L’autovelox bocciato da tre giudici «Pericoloso e usato per fare cassa»

L’autovelox bocciato da tre giudici «Pericoloso e usato per fare cassa»
FILOTTRANO - Non solo l’autovelox di via dell’Industria, capace di sfornare un record di 18.300 multe in tre mesi dell’estate 2016, era illegittimo,...

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FILOTTRANO - Non solo l’autovelox di via dell’Industria, capace di sfornare un record di 18.300 multe in tre mesi dell’estate 2016, era illegittimo, perché non rispettava la distanza minima prevista dal codice dai segnali di limite di velocità, perché non era ben visibile, soprattutto di notte, e perché l’avevano piazzato in una strada a bassissimo tasso di incidenti. Ma il famigerato “Velocar Red Speed Evo L2” era addirittura pericoloso, perché - parandosi all’improvviso di fronte all’automobilista - poteva anche costringeva a frenate brusche, con il rischio di tamponamenti. E le modalità scelte dal Comune per approntare quel servizio di controllo della velocità, disattivato dal primo gennaio scorso, sono tali da far pensare ai giudici che il vero obiettivo dell’amministrazione civica fosse non tanto la prevenzione degli incidenti, quanto «applicare le sanzioni per massimizzare gli introiti».


E’ quanto si legge, tra i tanti argomenti, nelle motivazioni con cui tre diversi giudici di pace stanno accogliendo a raffica, dal luglio scorso, i ricorsi presentati da una minima parte degli automobilisti incappati nell’autovelox lungo la statale Jesi-Macerata. Forse il tratto di strada più trafficato e scorrevole territorio comunale, presidiato da un limite di 60 chilometri orari e da una telecamera che 24 ore al giorno bollava gli automobilisti in transito su un rettilineo con linea discontinua che permette il sorpasso.


Finora sono circa 160 le sentenze che in primo grado hanno dato torto al Comune di Filottrano: le ultime l’altro ieri, quando il giudice Vincenzo Rattenni ha accolto sei ricorsi, presentati dall’avvocato Italo D’Angelo per conto di automobilisti multati. Oltre ad annullare i verbali, il giudice ha condannato il Comune a pagare spese di giustizia e onorari, circa 3-400 euro a ricorso. Continuano dunque le bocciature per il velocar che in tre mesi aveva fruttato al Comune di Filottrano introiti per circa un milione di euro, divisi con la Provincia di Ancona, proprietaria della strada prima che passasse di nuovo in carico all’Anas.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico