FILOTTRANO - «Grazie a tutti». Tre parole per rispondere al fiume di condoglianze che scorre sui social. Sullo sfondo, l’immagine di Michele sui rulli davanti al...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«È una donna forte, ma adesso lasciatela in pace, è distrutta» sussurravano gli amici, mentre lei urlava di dolore, contemplando il corpo senza vita di Michele. La tragedia stordisce i tifosi del fan club del campione. «Ai ragazzi ho detto: tranquilli, domattina ci sveglieremo e tutto questo non sarà accaduto». L’incubo Fatica a parlare Fabio Bucco, zio di Michele e presidente del gruppo. «Io sono il suo primo tifoso, l’ho visto nascere e salire per la prima volta su una bici - dice - ogni parola è superflua, chi lo conosceva sa che persona era. Un ragazzo splendido, simpatico, solare. Lascerà un vuoto enorme. Ci sembra un incubo da cui vorremmo svegliarci presto. Ma purtroppo il fato ha voluto così: l’ha portato via in quella strada maledetta, dove poco tempo fa avevamo pianto un altro nostro amico». Daniela Scarponi, cugina di Michele, non riesce a staccare gli occhi dall’asfalto.
«Era appena passato davanti al distributore di metano dove di solito si ferma a fare colazione. Proprio in quel momento ha salutato Daniele, suo cugino, che usciva dal parcheggio. Cento metri dopo si è schiantato contro quel furgone. Non mi sembra vero: avevamo festeggiato la promozione della Lardini e la sua vittoria in Trentino». Raul Cardoni è il fondatore del fan club dedicato all’Aquila, uno di famiglia. Lui e Michele legati da un’amicizia storica. «Era un figlio acquisito, ogni volta che tornava dalle nostre parti mi veniva a trovare: è cresciuto a casa mia - si commuove - adorava le marmellate preparate da mia moglie, avevamo un rapporto speciale, io e la mia famiglia l’abbiamo seguito ovunque, l’abbiamo visto correre con tutte le maglie, sin dai tempi della Pieralisi. Ci siamo sentiti l’ultima volta a Pasqua.
“Sono carico, vedrai che Giro d’Italia farò”, mi ha confidato. Il suo team l’aveva eletto capitano perché tutti riconoscevano in lui l’esperienza e le grandi doti morali. Era un uomo semplice e un campione immenso». In tanti si sono presentati all’obitorio di Torrette. Tra i primi ad arrivare, Emilio Paolini, presidente del Team Ciclistico Campocavallo, insieme a Mario Austero, ex ds della Pieralisi Jesi con cui Scarponi vinse il titolo nazionale juniores. «Era un esempio per tutti i ragazzi del nostro gruppo, era una gioia vederlo allenarsi con loro. Un campione vero: mai spavaldo, sempre pronto a incoraggiare chi stava più indietro. Ci mancherà terribilmente». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico