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ANCONA - Otto mesi per cristallizzare i contorni dell’inchiesta, archiviare un’accusa e formularne due ulteriori. La procura ha chiuso le indagini preliminari sull’attività di Sergio Costantini, il medico falconarese accusato di aver iniettato ad alcuni pazienti soluzione fisiologica al posto del vaccino anti Covid. Sarebbero almeno 56 le persone beffate, stando alle risultanze ottenute dalla Squadra Mobile di Ancona nel corso degli accertamenti portati avanti dallo scorso aprile.
I reati contestati sono tre: falso ideologico, peculato e interruzione di pubblico servizio. Quest’ultima accusa è legata all’aver interferito con il normale svolgimento della campagna vaccinale.
Nel capo d’imputazione non compare il reato di lesioni personali, ipotizzato in un primo momento. La procura sosteneva che Costantini, con il suo comportamento, non avesse tutelato la salute dei pazienti. In realtà, nessuno ha avuto ripercussioni a causa della mancata inoculazione contestata dagli inquirenti. Sono almeno 56 le persone a cui sarebbe stata iniettata la soluzione fisiologica: in questi casi non ci sarebbe stato il rilascio di alcuna documentazione. Ora, Costantini potrà presentare una memoria difensiva oppure farsi ascoltare dalla procura prima che questa possa chiedere l’eventuale rinvio a giudizio. L’indagato a luglio è stato sospeso dall’Ordine dei Medici: fino a gennaio non potrà tornare in servizio.
«Sapevo che all’interno non c’era il vaccino anti Covid, ma mi sono trovato di fronte a mutuati molto ansiosi e pressanti che mi telefonavano continuamente per sapere se le dosi fossero finalmente arrivate. Quando ne sono entrato in possesso, ne avevo solo sei a disposizione. Le ho inoculate in una giornata, poi sono finite». È stato «un rischio calcolato» aveva detto il medico al Corriere Adriatico poco prima della chiusura delle indagini.
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Corriere Adriatico