FALCONARA - «Sapeva tutto della mia famiglia. Così, quando mi ha detto che doveva consegnare un documento da parte di un ingegnere che aveva eseguito dei lavori edili...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Magro il bottino: niente carte di credito o assegni, solo qualche banconota. Il colpo è andato in scena attorno alle 18.30 in una palazzina poco distante dall’imbocco per la statale 76. «Mi ha suonato il campanello un uomo - racconta il pensionato - dicendomi che lo mandava l’ingegnere che aveva coordinato alcuni lavori per mio figlio, che abita sotto di me, al piano terra». Giacca scura, berretto di lana, accento italiano e sulla quarantina, il malfattore ha giocato le carte giuste per farsi aprire. «Conosceva i nomi della mia famiglia, l’occupazione di mio genero e altri particolari. In più, quei lavori per cui doveva lasciarmi un modulo c’erano stati veramente. In buona fede, gli ho spalancato la porta di casa».
Assieme al furfante è entrata anche una seconda persona, una complice. Una donna che avrebbe avuto un ruolo marginale. «Ho preso il telefono per contattare mio figlio e metterlo al corrente della visita, ma quando ho alzato lo sguardo dalla tastiera, quei due non c’erano più. Il portafoglio, che avevo appoggiato su un mobile, era vuoto». I ladri avevano già preso qualche decina di euro. «Mi sono affacciato alla finestra e li ho visti fuggire su un’auto scura, ma non ho fatto in tempo ad appuntarmi la targa: è successo in un attimo». Superato lo choc, l’uomo è andato dai carabinieri di Falconara per sporgere denuncia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico