Casa in subaffitto a una squillo: maitresse originaria di Haiti finisce a processo

Il tribunale di Ancona
FALCONARA  - Avrebbe subaffittato l’appartamento di cui era locataria a uno squillo dominicana, chiedendole una parte degli introiti derivati dalla prostituzione....

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FALCONARA  - Avrebbe subaffittato l’appartamento di cui era locataria a uno squillo dominicana, chiedendole una parte degli introiti derivati dalla prostituzione. È questa l’accusa che la procura ha mosso nei confronti di una 40enne originaria di Haiti e un tempo residente a Falconara.

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La donna, ieri mattina, è stata rinviata a giudizio dal gup Francesca De Palma con l’accusa di sfruttamento della prostituzione. Il processo per lei, difesa dall’avvocato Filippo Paladini, comincerà il 23 giugno. L’inchiesta nasce da un’operazione condotta nell’autunno 2018 dagli agenti della polizia locale del Comando falconarese. Nel mirino era finito un appartamento sulla Flaminia, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, dove dimorava e riceveva i clienti una dominicana di 31 anni. L’abitazione era monitorata perché erano arrivate segnalazioni periodiche da parte dei residenti della zona e degli inquilini del palazzo, insospettiti dall’andirivieni di persone. Per stanare l’attività della squillo, un agente in borghese aveva suonato alla porta della 31enne dopo aver finto di concordare una prestazione sessuale.

Una volta all’interno dell’appartamento, era scattato il blitz dei colleghi, appostati nelle vicinanze. Dagli accertamenti più approfonditi era emerso che la dominicana aveva ricevuto l’abitazione dalla 40enne, la quale – stando alle accuse dalla procura – le avrebbe anche chiesto, oltre al pagamento del subaffitto dell’immobile, una cinquantina di euro al giorno come tassa fissa da scalare all’ammontare degli introiti derivati dall’attività di prostituzione. All’epoca del blitz, la polizia locale aveva conteggiato un giro d’affari da circa 6mila euro al giorno con prestazioni che venivano “sponsorizzate” sul web. I clienti, secondo gli accertamenti investigativi, raggiungevano l’appartamento dal lunedì al sabato. Ne sarebbero stati conteggiati almeno cinque al giorno. Cinquanta euro il prezzo richiesto per la prestazione. 

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Corriere Adriatico