Fabriano, Whirlpool non riparte. L’impianto di Melano lunedì rimarrà chiuso. La decisione del comitato interno

Uno stabilimento Whirlpool
FABRIANO C’è ancora tempo per la riapertura dello stabilimento Whirlpool di Melano. Dopo che nei giorni scorsi la multinazionale statunitense aveva rinunciato a...

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FABRIANO C’è ancora tempo per la riapertura dello stabilimento Whirlpool di Melano. Dopo che nei giorni scorsi la multinazionale statunitense aveva rinunciato a riavviare il mega-impianto fabrianese (si tratta dell’unico produttore di piani cottura a gas, elettrici e a iniezione di Whirlpool per l’area Emea, ossia Europa, Medio Oriente e Africa) in questa settimana, evitando forzature di sorta, ieri, durante la riunione del comitato interno istituito per far fronte all’emergenza dovuta al Coronavirus e pianificare tutte le misure di sicurezza per i lavoratori, il management del colosso industriale americano ha confermato un atteggiamento di prudenza, comunicando che il sito di Melano resterà chiuso pure lunedì 20 aprile. 


 

Una decisione scaturita soprattutto dal fatto che si sta prolungando la discussione che si sta portando avanti ormai da giorni a livello nazionale. Al riguardo, infatti, si sta cercando di mettere a punto un protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro di carattere generale, che dovrà poi trovare applicazione nei singoli stabilimenti. Che Whirlpool voglia riattivare la produzione quanto prima è sempre stato evidente, ma in questa fase i vertici della multinazionale sembrano ostentare una giusta dose di cautela, rinunciando al muro contro muro ad ogni costo.

«La discussione è tuttora in corso - osserva Pierpaolo Pullini, segretario provinciale della Fiom - ed è piuttosto articolata. La ripartenza è importante, naturalmente, ma deve essere subordinata alle decisioni governative, le quali tengono conto sia del parere della comunità scientifica, fondamentale in una materia così delicata, sia degli interessi nazionali. Per il momento, ci atteniamo al termine ultimo fissato dall’Esecutivo, che è il 3 maggio, nel senso che prima di quella data non è possibile tornare in fabbrica, a meno che nel frattempo la situazione non muti e il Governo non riveda la propria posizione». Ieri, intanto, Fim, Fiom e Uilm ed Electrolux (la multinazionale svedese è proprietaria della Best di Cerreto d’Esi) hanno siglato un accordo, con il quale condividono le linee-guida per la gestione dell’emergenza Covid-19. 


Tra i punti fondamentali del documento ci sono, fra gli altri, l’informazione, la sensibilizzazione e il coinvolgimento di tutti i lavoratori sulle misure di prevenzione e sicurezza definite, la consegna giornaliera dei dispositivi di protezione individuale a tutte le maestranze e l’informazione sul loro uso corretto, la misurazione della temperatura e le misure di distanziamento sociale, il ricorso allo smart-working, le specifiche procedure per il personale esterno, le attività di sanificazione quotidiane, gli interventi sull’organizzazione del lavoro (riduzione di orario, distanziamento turni, misure di sicurezza nella mensa, negli spogliatoi, nei bagni e nell’infermeria).  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico