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FABRIANO - Sciopero allo stabilimento di Cerreto d’Esi, assemblee in quello di Mergo. E oggi, in occasione della ricorrenza del 1° Maggio, presidi davanti a entrambi i siti produttivi. Si intensifica lo stato di agitazione dei dipendenti di Elica, in vista del tavolo apposito relativo a questa delicata vertenza, che il ministero dello Sviluppo economico ha organizzato in videoconferenza per lunedì (16,30), convocando i vertici aziendali, i sindacati e la Regione Marche.
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Sul tappeto il piano di riorganizzazione che, annunciato giusto un mese fa dal management, contempla ben 409 esuberi sui 560 addetti complessivi dei due impianti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% della produzione all’estero, nonché la chiusura della fabbrica cerretese e di interi reparti di quella di Mergo.
Ieri, le maestranze dello stabilimento Elica di Cerreto d’Esi hanno incrociato le braccia per un’ora e mezzo. Si è trattato di uno sciopero per reparti e a scacchiera, nel senso che non ha interessato tutti i reparti contemporaneamente, bensì un quarto d’ora ciascuno a turno. Nel sito di Mergo, invece, giovedì e ieri si sono tenute assemblee con i dipendenti in tutti i reparti, cominciando in quelli di cui il piano di riorganizzazione dell’azienda ha previsto la chiusura.
E quella di oggi sarà un’altra giornata di mobilitazione, perché sin dal mattino sindacati e tute blu allestiranno presidi davanti ai due impianti, lanciando un messaggio alle istituzioni ai massimi livelli. «Al Governo – sottolineano i rappresentanti dei metalmeccanici – chiediamo un intervento teso a bloccare questo progetto scellerato di Elica. L’azienda deve assolutamente fare marcia indietro; non accetteremo mai questo piano, perché è fatto esclusivamente di esuberi, chiusure e delocalizzazioni, per altro in una fase positiva. In sintesi, il lavoro c’è, ma ci viene portato via. E con esso il nostro futuro».
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Corriere Adriatico