FABRIANO - «Sei una femmina da lapidare», «ti riempirei di sberle a ogni bugia», «sei da sputare in faccia», «ucciditi». Stando...
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Ieri mattina, il 45enne è stato rinviato a giudizio dal gup Paola Moscaroli. Dovrà difendersi dalle accuse di lesioni personali e stalking per aver perseguitato – dice il pm – la sua ex, nonché madre di suo figlio. L’uomo, difeso dall’avvocato Antonella Andreoli, respinge ogni contestazione. I fatti presi in esame dalla procura sono avvenuti a Fabriano, quando la relazione tra i due ormai si stava deteriorando irrimediabilmente. La donna sarebbe stata picchiata anche mentre era incinta. Stando alle contestazioni, dopo aver scoperto della gravidanza, lui l’aveva tirata per i capelli, colpendola anche alla testa.
Dopo la nascita del bimbo, le cose non sono migliorate e la gelosia dell’imputato avrebbe preso il sopravvento, tanto da spingerlo – come contestato dalla pubblica accusa – a tempestare la compagna con una valanga di messaggi nel corso della serata (era agosto 2017) in cui lei aveva deciso di uscire con le amiche. La mattina seguente, a casa, il 45enne l’avrebbe strattonata e spinta contro il mobilio. La donna era dovuta andare al pronto soccorso, da cui era stata dimessa con una prognosi di 5 giorni a causa di contusioni multiple. E ancora: nel capo d’imputazione ci sono minacce e insulti, non sono riferibili alla vittima, ma anche al figlioletto della coppia. Li avrebbe inviati soprattutto con whatsapp: «Piangi, vittima, che schifo che sei, la peggio femmina che non auguro a nessuno di incontrare». Alla fine, la 42enne aveva denunciato tutto alle forze dell’ordine, staccandosi definitivamente dall’ex compagno. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico