Fabriano, morde il sedere della barista: rischia di finire a processo con l'accusa di violenza sessuale

Fabriano, morde il sedere della barista: rischia di finire a processo con l'accusa di violenza sessuale
FABRIANO Prima la palpata, poi il morso al lato B. Rischia di finire a processo con l’accusa di violenza sessuale il titolare di un bar del Fabrianese con l’accusa di...

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FABRIANO Prima la palpata, poi il morso al lato B. Rischia di finire a processo con l’accusa di violenza sessuale il titolare di un bar del Fabrianese con l’accusa di aver molestato una sua ex dipendente, nel settembre del 2022. Ieri per l’uomo, un 60enne, si è tenuta l’udienza preliminare davanti al gup Francesca De Palma: è stato tutto rinviato per un problema tecnico, se ne riparlerà il 7 maggio.

 

Le accuse

Due le accuse che incombono sul titolare del bar: violenza sessuale e lesioni personali, poiché il morso - stando al referto ospedaliero - aveva provocato una ecchimosi con una prognosi di 7 giorni. Secondo quanto denunciato dalla donna, più giovane del 60enne, quel giorno sarebbe stata importunata in maniera esplicita dal suo titolare. E proprio all’interno del bar, mentre lei si trovava al lavoro, dietro il bancone. La ricostruzione, tutta da verificare, della pubblica accusa: in un primo momento il titolare del locale si sarebbe avvicinato alla sua dipendente (era in prova) per toccarle il sedere. Un gesto che la donna aveva condannato, intimandogli di smetterla con gli atteggiamenti molesti. In un secondo momento, sempre secondo la ricostruzione della procura, il 60enne avrebbe approfittato della preparazione di una tazzina di caffè da parte della donna, per abbassarsi e morderle un gluteo. Un’aggressione per cui la vittima era dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso: la prognosi era stata di 7 giorni per l’ecchimosi provocata dalla lesione denunciata poi alle forze dell’ordine. Il 60enne è difeso dall’avvocato Vincenzo Carella e scansa con forza le contestazioni. Si sarebbe trattato di una vendetta da parte della donna, considerando che il titolare aveva espresso l’intenzione di interrompere il rapporto di lavoro. Oltretutto, la donna era andata a denunciare i fatti non subito, ma alcuni giorni dopo la presunta violenza subita. Al bar, in quel momento, tra l’altro, ci sarebbe stata almeno un’altra persona, che non avrebbe visto atteggiamenti illeciti espliciti. La parola al giudice.

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Corriere Adriatico