Gli ospedali perdono personale: «Dateci un’area vasta montana»

L'ospedale Profili di Fabriano
FABRIANO -  Istituire l’Area vasta montana dell’Asur: è la missione di gran parte della politica locale fabrianese che, entro dicembre, spera di ottenere...

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FABRIANO -  Istituire l’Area vasta montana dell’Asur: è la missione di gran parte della politica locale fabrianese che, entro dicembre, spera di ottenere questo risultato. Come? Attraverso un emendamento al Piano sanitario regionale che pianificherà il settore regionale delle cure per i prossimi dieci anni. L’entroterra dovrà ritrovarsi compatto. Mentre continuano le richieste di aiuto dall’ospedale Profili di Fabriano – di ieri l’allarme della soppressione del servizio di psicoterapia negli adulti presso il Distretto di via Brodolini – la carenza di personale continua a ferire anche gli altri ospedali. L’associazione Fabriano Progressista, con il consigliere comunale Vinicio Arteconi, da tempo si batte per questo risultato. 


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Da quando i consiglieri Pd Enzo Giancarli e Fabrizio Volpini hanno presentato un emendamento in consiglio regionale proprio per l’istituzione dell’Area Vasta Montana, il dibattito è aperto. Pare che anche altri gruppi consiliari siano intenzionati a presentare lo stesso documento per cercare di salvare l’ospedale Profili. L’obiettivo è evitare di perdere personale e, nel futuro, possibili specialità e reparti e mantenere a Fabriano l’ospedale di primo livello. Per l’attuazione serve un bacino d’utenza che va dai 75mila ai 150mila. Maggiori saranno gli utenti, più servizi si potranno avere. A conti fatti il Profili è l’unico ospedale dell’entroterra. Da Matelica e Cerreto d’Esi, vengono a Fabriano, da anni. Stesso discorso per Sassoferrato, Arcevia, Genga, Serra San Quirico. A Pergola, al momento, l’ospedale è ancora in funzione anche se depotenziato. Chiuso il presidio di Cagli. Spostandoci di pochi chilometri, sulla SS 76, direzione Perugia, si trova il nuovo ospedale di Branca-Gubbio, anch’esso in sofferenza. In molti chiedono la creazione dell’Area Vasta Montana per rendere autonoma tutta la zona dell’entroterra già alle prese con lo spopolamento, la crisi economica, lavorativa e il terremoto del 2016 che ha dato il colpo di grazia a un territorio già martoriato. Nel consiglio comunale del 27 settembre 2018 si parlò di questa organizzazione a difesa della sanità lontana dalla costa. In quell’occasione i sindaci del comprensorio montano insieme ai rappresentanti dei sindacati, componenti di comitati cittadini, hanno ribadito a chiare lettere che i servizi sanitari nell’area comprensoriale di Fabriano non devono essere ridotti, ma piuttosto mantenuti e arricchiti. Ora il momento di agire prima dell’ok definitivo al Piano sanitario regionale. Intanto, a pochi giorni dal salvataggio dell’ambulatorio di pediatria di Fabriano grazie agli specialisti dell’ospedale di Jesi che arriveranno in città dal martedì al venerdì, nuovo allarme sull’ospedale. 
L’altro nodo 

«Il servizio di psicoterapia negli adulti è stato sospeso per mancanza di personale. Cari Fabrianesi – dice Katia Silvestrini, Coordinamento cittadino in difesa del Profili - penso sia arrivato il momento di dire basta con questa politica che sta togliendo un servizio alla volta all’ospedale». Gli attivisti hanno chiesto azioni forte da parte di Area Vasta 2 per arginare la carenza di medici e personale infermieristico in quasi tutti i reparti. L’sos sul servizio psicologico spaventa perché «esistono situazioni personali per le quali il bisogno di aiuto psicologico si equipara a quello che si riceve in pronto soccorso. Sono tante - evidenzia Silvestrini - le problematiche comportamentali e di personalità che espongono i soggetti a situazioni di forte rischio per la propria salute fisica e psichica. Eppure nel nostro ospedale non è più così». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico