Ragazzino umiliato, papà si sfoga «Che tristezza i compagni in silenzio»

Ragazzino umiliato, papà si sfoga «Che tristezza i compagni in silenzio»
FABRIANO - «Mio figlio è forte, non è abituato a farsi giustizia da solo ed è rimasto vittima dell’arroganza dei suoi compagni, ma è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
FABRIANO - «Mio figlio è forte, non è abituato a farsi giustizia da solo ed è rimasto vittima dell’arroganza dei suoi compagni, ma è possibile che per tutelarlo lo devo iscrivere a un corso di arti marziali?». A casa del dodicenne vittima di episodi di bullismo nella scuola media Marco Polo di Fabriano non c’è rabbia per quanto accaduto, ma delusione e voglia di rimboccarsi le maniche per far capire anche a quei genitori che sapevano cosa stava succedendo a ricreazione, che restare in silenzio è sempre sbagliato. I coniugi hanno deciso di parlare perché credono nell’educazione come unica forma di crescita.


Tra i banchi sembra tornata la serenità. Anche se un minimo di sospetto resta, c’è la voglia di fare le cose di tutti i giorni con una consapevolezza in più: i figli vanno seguiti con cento occhi perché anche nelle nostre zone episodi di bullismo possono capitare. Il momento più difficile è quello della ricreazione o della sosta in bagno dove nessuno vede mai nulla. Preso in giro con soprannomi offensivi, percosso più volte con pugni alla schiena e al viso anche davanti ai compagni che sono rimasti in silenzio, il 12enne è alla ricerca delle spensieratezza rubata. «A casa non mangiava. Quando masticava qualcosa aveva difficoltà a deglutire – confida il babbo commosso – e ci siamo preoccupati. Inizialmente, però, sia noi genitori che uno specialista, abbiamo dato la responsabilità al terremoto, ma così non era. Aveva gli occhi spenti, non era più vivace, c’era qualcosa di serio che lo minava nell’intimo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico