Esuberi e delocalizzazione, altro no ad Elica. Operai in piazza: 4 ore di sciopero e incontro con il prefetto

Un presidio degli operai di Elica
FABRIANO - Scioperi e manifestazioni per far capire a Elica che le organizzazioni sindacali non sono disposte ad accettare esuberi, trasferimenti di produzioni all’estero e...

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FABRIANO - Scioperi e manifestazioni per far capire a Elica che le organizzazioni sindacali non sono disposte ad accettare esuberi, trasferimenti di produzioni all’estero e chiusure di stabilimenti e reparti. Le quattro ore di astensione dal lavoro in programma oggi negli impianti dell’area Cooking di Mergo e Cerreto d’Esi completano il pacchetto di 16 ore di sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm, ma è già pronto l’avvio di un altro pacchetto, a conferma della fermezza con cui le parti sociali si oppongono al piano industriale annunciato dal management il 31 marzo. 

 


Inoltre, questa mattina, in concomitanza con lo sciopero, sindacati e operai saranno ad Ancona, dove allestiranno dei presidi in piazza del Papa e davanti al teatro delle Muse, per poi essere ricevuti dal prefetto Darco Pellos, alle 12. L’obiettivo è quello di continuare il coinvolgimento delle istituzioni, rimarcando la necessità di avere un sostegno adeguato alle loro istanze, le quali, come i rappresentanti dei metalmeccanici hanno ribadito in più circostanze, sono le stesse di tutto il territorio. Non è un caso che, anche se è già stato fissato un confronto con l’azienda per lunedì (alle 16) in Regione, le tute blu vogliano mantenere elevato lo stato di agitazione.

Del resto, proprio Fim, Fiom e Uilm hanno tenuto a sottolineare come, almeno per ora, non ci sia nulla di concreto in merito all’apertura dei manager di Elica a rivedere il piano di riorganizzazione che contempla 409 esuberi sui 560 dipendenti totali degli impianti di Cerreto d’Esi e Mergo, la delocalizzazione del 70% delle produzioni italiane in Polonia e la chiusura del sito di Cerreto d’Esi e di interi reparti di quello di Mergo.

Non v’è dubbio che la disponibilità al dialogo su come mantenere il lavoro nel nostro Paese, esternata dai vertici dell’azienda, ponga le premesse per tentare di iniziare un confronto reale. Certo è che non pochi aspetti del progetto di Elica dovranno essere modificati, al fine di ottenere il consenso delle organizzazioni sindacali e delle maestranze, le quali oggi, intanto, rilanceranno la propria netta opposizione al progetto, chiedendo una nuova convocazione del tavolo al Mise. 

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Corriere Adriatico