FABRIANO - La procura gli contestava di aver avuto rapporti sessuali con due minorenni, in momenti diversi, dopo averle fatte ubriacare. E lo accusava anche, in un caso, di aver...
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Ieri, l’uomo ha patteggiato davanti al gup Paola Moscaroli un anno e dieci mesi di reclusione, pena sospesa, per i reati di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa della vittima (dettata dall’abuso di alcol) e produzione di materiale pedopornografico.
Assistito dall’avvocato Manuel Formica, il 35enne è tornato libero senza alcuna restrizione. In aula c’erano anche gli avvocati, Roberta Montenovo e Matteo Catalani, di una delle due minorenni che avrebbe avuto rapporti con il fotografo. Con il patteggiamento, però, non è prevista la costituzione di parte civile e, dunque, il risarcimento del danno, almeno in sede penale. Il 35enne è finito davanti al giudice attraverso il giudizio immediato chiesto dal procuratore aggiunto Valentina d’Agostino. Stessa situazione giuridica per un 72enne di Genga, ex libero professionista gravitante nel mondo della fotografia. Anche lui, difeso dall’avvocato Enrico Carmenati, era stato arrestato e collocato ai domiciliari lo stesso giorno del 35enne, dopo la misura cautelare firmata dal gip.
L’inchiesta che lega i due, infatti, è la stessa ed è quella che tira in ballo anche altri cinque indagati, per cui ancora non è stata definita la posizione. In totale, una decina di ragazzine – quasi tutte straniere tra i 14 e i 17 anni – sarebbe coinvolta in un presunto giro di pedopornografia messo in piedi principalmente nell’area di Fabriano. L’anziano, ora pensionato, ha deciso di procedere con il rito abbreviato. Il processo inizierà il 4 luglio. I due che ieri sono comparsi in tribunale non avrebbero alcun collegamento tra loro, se non quello – ipotizza la procura – di aver adescato delle ragazzine sul web o tramite whatsapp con la promessa di dare loro un futuro nel mondo dello spettacolo.
I fatti contestati prendono come riferimento l’estate del 2017. Per quanto riguarda il 35enne, l’accusa sosteneva che aveva indotto due minorenni ad ingerire sostanze alcoliche per poi compiere atti sessuali. In un solo caso - ecco spiegata la contestazione di produzione di materiale pedopornografico - avrebbe filmato con la macchina fotografica il rapporto intimo avuto con la minore. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico