L'ex primario di Torrette Salvi lancia l’allarme: «Adesso misure rapide o così la sanità muore»

La replica alla critica del Pd: «Informatevi, non ho ancora ricevuto incarichi»

L'ex primario di Torrette Salvi lancia l’allarme: «Adesso misure rapide o così la sanità muore»
ANCONA È scontro tra il sottosegretario in pectore alla presidenza della giunta della Regione Marche, il dottore Aldo Salvi, e il Pd Marche. A scatenare l’ira...

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ANCONA È scontro tra il sottosegretario in pectore alla presidenza della giunta della Regione Marche, il dottore Aldo Salvi, e il Pd Marche. A scatenare l’ira dell’ex primario del pronto soccorso di Torrette è l’attacco ricevuto dai Dem secondo cui, nonostante il caos nelle corsie e nei reparti del nosocomio regionale, «per Acquaroli, Saltamartini e Salvi va tutto bene» si legge testualmente in una nota inviata l’altro ieri. Affermazione che al sottosegretario non è andata giù. «Non posso accettare di vedere il mio nome associato a quanto riportato», va dritto al punto Salvi. 

 


La puntualizzazione 


L’ex primario tiene a sottolineare innanzitutto i confini del suo incarico, specificando che al momento non ha assunto «alcun ruolo istituzionale perché deve ancora essere completato l’iter amministrativo per la definizione del mio ambito operativo e quindi non mi è consentito l’accesso ai dati e ai dossier in essere». Pertanto suggerisce a i consiglieri regionali del Pd «di informarsi bene prima di emettere sentenze». Poi entra nel merito della vicenda che riguarda l’ospedale di Torrette confermando di non essersi «pronunciato, ma non è mia abitudine esprimere valutazioni che non avessero il supporto di dati numerici, dati dei quali come detto non ho disponibilità». 


Il rischio 


La ricetta dell’ex primario si riassume nell’acronimo Dnr: Dialogo, Numeri, Regole. «Cioè regole e giudizi che scaturiscono dopo aver ascoltato chi il problema lo vive (tutte le parti) e dopo aver elaborato e studiato i numeri relativi». Ma lo stesso acronimo, specifica Salvi, «in gergo anglosassone significa “Da Non Rianimare”». Ovvero il rischio che la sanità si trasformi in un corpo morto. Secondo l’ex primario, la sanità è quasi giunta a questo punto. Pertanto, dice: «Servono decisioni rapide e impattanti». Poi rassicura i cittadini sul fatto di essere pronto ad assumersi «le responsabilità di mie eventuali scelte, come ho fatto tante volte in situazioni critiche, ma che non accetto di essere additato per cose non frutto del mio operato». Insomma, Salvi è consapevole che non stia andando, in effetti, tutto bene. Perciò la puntualizzazione doverosa. Ma nel frattempo il grido d’allarme degli 8 capi dipartimento (Michele Riccio, Marcello Tavio, Marco Di Eusanio, Andrea Giovagnoni, Marcello D’Errico, Andrea Ciavattini, Lina Zuccatosta e Paolo Balercia) secondo cui la sanità regionale sta implodendo, ha fatto scoppiare una bomba.

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Corriere Adriatico