CHIARAVALLE - La telecamera, implacabile, riprende immagini inequivocabili: la signora dai capelli scuri e lunghi va a colpo sicuro, da un armadio prende una chiave, in pochi...
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Sonia ha vissuto periodi molto difficili, dolorosi, ha rischiato di vedere frantumarsi la sua famiglia a causa del denaro che più volte è mancato da quel cassetto. «Somme lasciate in casa per eventuali emergenze, soldi frutto soprattutto del mio lavoro e anche di quello del mio compagno. Ci eravamo accorti da tempo che subivamo furti ed abbiamo anche pensato ad una eventualità drammatica: che mia figlia fosse finita in un giro brutto ed è per questo che ci siamo rivolti ad un investigatore. Le sue indagini sono state molto scrupolose ed hanno escluso responsabilità dei familiari. Allora i sospetti sono caduti su chi frequentava la casa e in particolare su questa mia amica che andava a fare le pulizie, l’unica che aveva accesso costante in casa. Il professionista ha montato alcune telecamere nella zona del mobile dove custodivamo i soldi e le immagini sono chiare. Abbiamo chiamato la donna e le abbiamo contestato il fatto: lei ha tirato fuori dalla borsa la somma precisa e me l’ha restituita dicendomi che però era responsabile solo di quel furto».
Sonia, assistita da un avvocato, ha sporto denuncia ai carabinieri. «È come se mi avesse uccisa – dice la commerciante – non posso pensare che proprio lei, una delle mie migliori amiche a cui avevo fatto diversi favori, mi tradisse così. Mi sono mancati parecchi soldi ma la ferita morale non si rimarginerà mai». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico