CASTELFIDARDO - Voleva purificare quella villa che era convinto fosse infestata da fantasmi e presenze diaboliche. Così ha avviato un rito usando del fuoco, ma forse...
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L’uomo era già noto ai carabinieri di Osimo e Castelfidardo, ai quali quotidianamente telefonava per denunciare la presenza di entità misteriose, fantasmi o extraterrestri da scacciare. I militari in alcune circostanze fecero anche dei sopralluoghi nella sua abitazione di Castelfidardo, cercando di tranquillizzarlo, ma non c’è stato niente da fare. Nel tempo la sua mania di persecuzione, la sua paura e la volontà di scacciare presenze che sentiva attorno a sé hanno aggravato la sua condizione psichica. Al punto che venerdì in tarda serata si è recato in un casolare in aperta campagna al confine tra Castelfidardo e Numana, poco prima della Bftm e del ponte che dalla statale 16 porta a Svarchi. Qui, svoltando a sinistra, una stradina corre parallela alla ferrovia e ospita alcune abitazioni di pregio. Una era però abbandonata da circa 6-7 anni vista la folta vegetazione che aveva preso il sopravvento sul giardino e sullo stabile stesso.
La struttura di per sé era ancora agibile, una villa di due piani da 250 mq ognuno più mansarda, con tanto di piscina esterna e di mobili, pc e televisore all’interno. In questo scenario il 41enne si è portato l’altra sera per praticare il rito che secondo lui avrebbe scacciato i fantasmi, ma che poi a conti fatti è finito per distruggere tutto. Un residente della zona verso mezzanotte ha visto le fiamme, si è affacciato ed ha notato l’uomo andare via in auto, riuscendo ad annotarne la targa.
Grazie a questo i carabinieri che sono poi intervenuti sul posto hanno avviato indagini lampo che nel giro di poco tempo hanno permesso di rintracciare il 41enne, che alla vista dei militari avrebbe ammesso la sua responsabilità, spiegando che voleva solo purificare quel casolare infestato dai fantasmi una volta abbandonato. I vigili del fuoco di San Sabino hanno dovuto lavorare per circa 11 ore per sedare le fiamme, con l’aiuto di una squadra arrivata da Ancona e della locale protezione civile. Non è ancora chiaro l’innesco utilizzato per appiccare il fuoco che ha divorato ogni cosa, rendendo la villa ormai inagibile e gli immobili interni inceneriti. E non è chiaro neanche chi sia il proprietario dell’area: di certo si sa che era sotto gestione di una agenzia immobiliare che lo aveva messo in vendita. Il 41enne, celibe e disoccupato, se verrà ritenuto colpevole di incendio doloso rischia il carcere, salvo il riconoscimento dell’incapacità di intendere e volere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico