Il Salesi non è più Covid free, sempre più bambini infettati: «Preoccupa il disagio psicologico»

Ancona, il Salesi non è più Covid free, sempre più bambini infettati: «Preoccupa il disagio psicologico»
ANCONA Era Covid-free fino a una decina di giorni fa, ma all’improvviso anche il Salesi ha risentito dell’ondata pandemica che ha travolto Ancona e provincia. La...

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ANCONA Era Covid-free fino a una decina di giorni fa, ma all’improvviso anche il Salesi ha risentito dell’ondata pandemica che ha travolto Ancona e provincia. La settimana è cominciata con 5 positivi ricoverati al pediatrico - una donna in gravidanza e 4 bambini - scesi ieri a 3 a seguito delle dimissioni di due piccoli pazienti dalla Sod di Pediatria, diretta dal dottor Salvatore Cazzato. «I due bambini che seguiamo nel nostro reparto sono sotto controllo - spiega il primario -. Dal punto di vista clinico presentano sintomi modesti, ma li tratterremo ancora perché vogliamo monitorarli nella loro evoluzione per escludere alterazioni laboratoristiche». 

 

I lattanti 

Il Covid non conosce età e colpisce sempre più i bambini. «In termini percentuali i casi sono aumentati in modo significativo - conferma il dottor Cazzato -. Spesso si tratta di lattanti, sotto i due anni d’età. Ce lo aspettavamo, era ovvio che si sarebbe verificato un incremento di casi anche nella nostra struttura ed eravamo preparati, con le due aree Covid, una sempre attiva e l’altra attivabile all’occorrenza, presenti in Pediatria. Fortunatamente si tratta di forme non severe e gestibili: nei bambini il quadro clinico non è grave come negli adulti, ma abbiamo avuto dei casi importanti di Mis-C (la sindrome infiammatoria multisistemica simile al Kawasaki, ndr) che hanno comportato un decorso piuttosto impegnativo, anche se l’esito è stato sempre positivo». 

Le responsabilità 

Ma perché il virus prende sempre più di mira i bambini? «Perché circola maggiormente e la responsabilità, a mio avviso, non è dei più piccoli, ma degli adulti - risponde il primario di Pediatria del Salesi -. In genere si pensa che sia il bambino a trasmettere il virus ai genitori, ma secondo la mia esperienza spesso avviene il contrario: il più delle volte il piccolo viene contagiato nell’ambito di cluster familiari. Ciò non toglie che anche le scuole e i percorsi che portano in classe siano ambienti di possibile trasmissibilità del virus. Per questo, a malincuore, ritengo che sia inevitabile arrivare alla chiusura delle scuole, anche se simili provvedimenti purtroppo possono comportare disagi psicologici importanti nei bambini». 

Il disagio 

Sono proprio le ripercussioni del lockdown sulla crescita e sulla stabilità emotiva del bambino gli aspetti che più inquietano i pediatri. «Notiamo forme di disagio e di mutamento comportamentale nei più piccoli - spiega il dottor Cazzato -: c’è chi diventa più introverso o più aggressivo. Quando l’emergenza sanitaria sarà cessata, ci troveremo a fare i conti con le conseguenze indirette del Covid sui bambini. L’altro aspetto che ci preoccupa è la tendenza dei genitori a non portare i propri figli all’ospedale o dal proprio medico per paura del contagio: ma così si rischia di ritardare la diagnosi di patologie diverse dal Covid che solo con un controllo possono essere individuate e curate». 

 

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Corriere Adriatico