Tasse, imposte e multe: il Covid per ora costa 10 milioni al Comune

Tasse, imposte e multe: il Covid per ora costa 10 milioni al Comune: l'assessore Ida Simonella
ANCONA -  Il Covid presenta una primo conto alle casse del Comune. Una stima di almeno 10 milioni riferite a capitoli di entrata che di sicuro mancheranno. A parziale...

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ANCONA -  Il Covid presenta una primo conto alle casse del Comune. Una stima di almeno 10 milioni riferite a capitoli di entrata che di sicuro mancheranno. A parziale compensazione ci saranno alcune minori spese sostenute, la rinegoziazione dei mutui e i fondi assicurati dal Governo che però sino a questo momento si basano solo su proiezioni. Nel panorama economico ci sono poi le situazioni satellite delle aziende partecipate. E qui l’attenzione maggiore riguarda Conerobus (partecipata al 42% dal Comune) e a seguire la M&P che gestisce le zone blu e i parcheggi coperti. 


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«C’è preoccupazione ma vigiliamo costantemente sui vari fronti - assicura l’assessore al Bilancio, Ida Simonella (foto) - In questa fase stiamo vivendo anche il difficile equilibrio tra l’esigenza sentita dall’amministrazione di attuare operazioni a sostegno delle aziende, che gravano comunque sul Comune, e la necessità di tenere a posto i conti. Un equilibrio di bilancio da assicurare per evitare il rischio di dover far saltare alcuni servizi, dagli asili nido al trasporto pubblico ad alcuni servizi alla persona. La difficoltà maggiore è di riuscire a tenere tutto insieme ed avere anche la certezza delle risorse annunciate dallo Stato».

Di sicuro mancheranno alcune voci che, secondo una prima stima, ammontano a circa 10 milioni di incassi che non saranno più recuperati. Come ad esempio 1,3 milioni di rette dalle mense e asili nidi, il cui servizio è interrotto da marzo. Difficilmente potranno entrare nelle casse comunali i 2 milioni circa iscritti a Bilancio per quel che riguarda le operazioni di recupero Imu/Ici/Tari. Un capitolo ora sospeso per legge ma che difficilmente nell’ultima parte dell’anno potrà garantire il gettito previsto.

Tra i mancati introiti vi è la consistente partita degli oneri di urbanizzazione, dal valore di 3 milioni come stimata nel Bilancio 2020. Così come non entrerà una parte consistente del capitolo relativo alle multe: l’incasso annuale stimato è di circa 6 milioni. Ma le sanzioni sono state congelate per tre mesi e le contravvenzioni elevate dalla Polizia locale per la mancata osservanza dei vari decreti Covid potrebbero anche non essere incassate dal Comune. C’è poi tutta la partita relativa al pagamento dei tributi: dall’acconto Tari ai canoni di locazione e concessioni, dalla Cosap alla tassa di soggiorno. Questi pagamenti sono stati differiti o in parte cancellati, come nel caso ad esempio dell’esenzione per i dehors (circa 50mila euro in meno). Ma tutte le famiglie potranno pagare regolarmente ad esempio la tassa rifiuti? O si andrà ad espandere il capitolo dei cosiddetti crediti di dubbia esigibilità? Mentre all’appello mancheranno i circa 600mila euro della tassa di soggiorno.


Il Comune ha colto la possibilità di rinegoziare i casi con la Cassa depositi prestiti, Credito sportivo e altri istituti bancari. Numerose pratiche che consentiranno di rinviare al 2021 il pagamento della quota capitale con un risparmio stimato in circa 3 milioni di euro. Per quel che riguarda le aziende ci sono da mettere in conto mancati introiti per circa un milione al mese tra Conerobus (mancata vendita di biglietti e abbonamenti) e M&P (zone blu). A copertura dei mancati incassi e maggiori spese per il Covid, il Governo dovrebbe assicurare un assegno da circa 5-6 milioni, di cui però ancora non c’è certezza sui tempi di erogazione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico