SENIGALLIA Nella giornata per le vittime dell’amianto Senigallia piange Giancarlo Cucchi, che era stato un operaio della Sacelit. Aveva 81 anni. «Ci ha lasciato...
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Sono trascorsi più di quindici anni da quando tutto il mondo ha deciso di dedicare una giornata alle vittime. «L’Ala ha sempre ricordato questa data con un’iniziativa – aggiunge Carlo Montanari - oppure con una celebrazione religiosa in memoria dei morti dall’amianto. Quest’anno, date le circostanze dell’emergenza sanitaria, non è stato possibile organizzare un apposito appuntamento, ma il pensiero alle tante vittime dell’amianto resta fortissimo. D’altra parte, non si può dimenticare che Senigallia, la città della Sacelit e dell’Italcementi, sente fortemente questa problematica a causa del decesso di oltre 300 dipendenti delle fabbriche della morte. E non possiamo nemmeno dimenticare che in Italia continuano a morire ogni anno cinquemila persone. Una strage silenziosa provocata dall’amianto custodito tra l’altro anche in tremila scuole del nostro Paese».
Il pericolo in agguato
Un pericolo ancora presente, mette in guardia il presidente. “Purtroppo – conclude Montanari - ancora l’amianto esiste sotto forma di prodotti e nell’aria “spolverata” dalle lastre da bonificare rotte e che rilasciano fibre pericolosissime. Senigallia è una città critica in tutto ciò e me ne rammarico che si continui a tralasciare un censimento che si richiede da anni”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico