ANCONA - «A Pesaro non si va a scuola, però gli studenti pesaresi possono andare nelle scuole dell’Anconetano o all’Università?». Il quesito...
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Ma la risposta non basta a placare ansie e dubbi. C’è chi scrive direttamente al preside, come nel caso di una mamma i cui figli frequentano l’Itis Volterra-Elia di Ancona dove ci sono anche «numerosi studenti provenienti da Pesaro e da Fano». E per questo viene chiesto «se possibile il prolungamento dell’ordinanza di chiusura anche delle scuole della provincia di Ancona».
«Io frequento l’Itis a Torrette di Ancona e sono di Fano - scrive un alunno - Come dobbiamo comportarci noi studenti di fuori? Perché se dovessimo venire a scuola tutto quello che è stato fatto non servirebbe a nulla». Allarmate anche le famiglie dei ragazzi che frequentano l’alberghiero Panzini di Senigallia, dove sono numerosi gli alunni pesaresi. «Io frequento l’alberghiero Panzini a Senigallia, è veramente un’assurdità. E cosa mi dite delle corriere? Per raggiungere la scuola devo prenderne due, ma che buffonata è questa?» si sfoga una ragazza. Preoccupati anche i professori. «L’autobus che prendo per andare a scuola dove insegno è stracolmo di studenti di Pesaro e Fano che vanno a scuola ad Ancona, ma che senso ha?» si chiede una docente. C’è poi chi è preso tra due fuochi. «Noi di Ponterio siamo in mezzo a Mondolfo e Monteporzio ma siamo in provincia di Ancona. I i nostri figli vanno a scuola a Mondolfo, Monteporzio e Trecastelli. Facciamo parte di tre comuni e due province» fa presente un’altra mamma. «Noi a scuola e invece quelli del Friuli Venezia Giulia a casa con appena 6 contagiati. Com’è possibile?» si lamentano diversi utenti. «È una regione a statuto speciale» la spiegazione on line.
Non manca la bagarre politica. «Un errore grave. Basti pensare che tanti studenti universitari del pesarese studiano ad Ancona, Macerata e Camerino» annota Daniele Berardinelli, capogruppo Fi del Comune di Ancona. «Le scuole hanno vissuto nel caos comunicativo completo: prima chiuse, poi aperte, poi chiuse nuovamente - ricorda il consigliere l consigliere della Lega, Mirco Carloni - Studenti e famiglie lasciate all’oscuro e trattate senza rispetto, come se fosse semplice organizzarsi con i figli e con il lavoro». «Ancora questa mattina (ieri, ndr) le Marche sono lasciate nella totale incertezza e senza risposte - commentavano nel primo pomeriggio il commissario regionale Marche per la Lega, Paolo Arrigoni, insieme ai consiglieri regionali del Caroccio Sandro Zaffiri, Luigi Zura Puntaroni, Marzia Malaigia e Mirco Carloni - Le famiglie non sanno ancora se i bambini potranno andare a scuola oppure se saranno costretti a rimanere a casa».
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Corriere Adriatico