JESI - La città li ha accolti come eroi, venuti a dare man forte a chi da lunghe e difficili settimane sta lottando al limite delle forze contro un nemico invisibile,...
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La gente li ha applauditi dai balconi, dalle finestre, dai portoni. Erano giorni che il sindaco Massimo Bacci lo aveva annunciato, una richiesta di aiuto che è stata accolta dalla Regione Marche e dalla Protezione civile nazionale, perché finora l’ospedale di Jesi ha retto, merito del personale medico e paramedico, ma i numeri dell’emergenza sono ancora altissimi. E Jesi lavora per oltre il 50% con pazienti extra provincia. Una parata di mezzi che significa aiuto, solidarietà. Rinforzi ai nostri sanitari che hanno lavorato duramente e in maniera egregia, mettendosi loro stessi a rischio contagio. È iniziato subito l’allestimento, che si è protratto per tutta la notte, e che consentirà alla struttura di essere già operativa oggi.
L’ospedale avrà 40 posti letto di degenza gestiti direttamente dal personale sanitario della Marina Militare per un totale di 70 unità, e 4 letti di terapia intensiva, seguiti da un pool di medici e rianimatori che il Dipartimento nazionale di Protezione civile ha riservato per la Regione Marche. Ad accogliere il contingente era presente, per la Regione Marche, l’assessora Manuela Bora, insieme al responsabile del Gores Mario Caroli, il Dg di Asur Nadia Storti, il direttore di presidio ospedaliero Stefania Mancinelli , il comandante della Marina Militare Beltrame e il dirigente della Protezione Civile regionale David Piccinini. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico