ANCONA - Molti lo conoscono come l’indignato nella trasmissione Avanti un altro di Paolo Bonolis e ne hanno sempre apprezzato l’ironia e l’irruenza. Ma...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE:
Mascherine, cosa c'è da sapere: come sono fatte, a cosa servono, cosa filtrano e come smaltirle
Un altro modo per sostenere l’azione di Torrette è partecipare alla raccolta di fondi del Corriere Adriatico con un versamento sul conto corrente presso Banca Finnat, intestato a “ Corriere Adriatico per emergenza Coronavirus”. L’ Iban è IT 84 O 03087 03200 CC0100061040; il codice Swift è, invece, FNATITRRXXX. La raccolta del Corriere Adriatico - che insieme agli altri quotidiani della Caltagirone Editore ha già messo insieme grazie alla generosità dei lettori un milione di euro – prosegue e Antonio chiede di sostenerla. Simone Bargiacchi in arte Antonio lo Cascio è un cabarettista showman marchigiano che ormai da trentadue anni calca i palchi le piazze e i locali non solo della sua regione ma di tutta Italia in particolare modo negli ultimi tre anni da quando il grande pubblico lo ha imparato a conoscere nel ruolo dell’Indignato nella popolare trasmissione di Paolo Bonolis su Canale Cinque “Avanti un altro” .
«Presto, molto presto, riusciremo tutti insieme a debellare questo maledetto virus che è entrato prepotentemente nelle nostre vite», afferma ancora. Poi l’invito di aderire alla raccolta fondi. «Anche se sto a casa - aggiunge lo showman - voglio fare la mia parte e vi invito a farla anche voi aderendo alla campagna di raccolta fondi organizzata dal Corriere Adriatico per l’ospedale regionale di Torrette». Non c’è solo il sostegno all’azione del personale dell’ospedale, c’è un motivo in più per partecipare alla sottoscrizione. «Mi raccomando - conclude Antonio -, facciamolo. Tutti insieme ce la possiamo fare: è anche un modo per ringraziare le centinaia di medici, infermieri e tutto il personale che lavora giorno e notte per salvare più vite umane possibili in modo che molto presto, ma molto presto, possiamo tornare tutti ad abbracciarci, a viaggiare, a camminare e a sognare nella nostra meravigliosa regione nelle fantastiche Marche». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico