«Dal pozzo le grida d’aiuto di Florin Poi il silenzio, non l’ho sentito più»

«Dal pozzo le grida d’aiuto di Florin Poi il silenzio, non l’ho sentito più»
CORINALDO - Un tonfo seguito da un urlo straziante, poi Florin Petru Strambu che grida «babbo, babbo, aiuto» e all’improvviso il silenzio. Una manciata di...

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CORINALDO - Un tonfo seguito da un urlo straziante, poi Florin Petru Strambu che grida «babbo, babbo, aiuto» e all’improvviso il silenzio. Una manciata di secondi. Così poco è bastato per strappare a Tytone Strambu il figlio di soli 5 anni, sotto il suo sguardo impotente. La tragedia si è consumata domenica al frantoio Brignoni di via Passo del Turco a Corinaldo. Sull’accaduto indaga la Procura. Ieri il sostituto procuratore Daniele Paci ha infatti aperto un fascicolo, per omicidio colposo, a carico di ignoti. La salma è invece sotto sequestro all’obitorio dell’ospedale di Senigallia in attesa che vengano disposti accertamenti. «È giusto che gli inquirenti facciano chiarezza per capire chi ha lasciato quel pozzo aperto, perché chiunque sarebbe potuto morire - dichiara Tytone Strambu - Andava segnalato perché era buio oltretutto. Non è giusto. Questa tragedia si poteva e si doveva evitare».


È ancora sconvolto il 37enne romeno che da tempo vive ad Ostra Vetere con la moglie e l’altra figlia di 2 anni. Ieri è stato convocato nella caserma dei carabinieri di Corinaldo insieme alla zia e alla nonna del bimbo. Tutti testimoni di quanto accaduto quella terribile domenica, quando si erano diretti al frantoio per far macinare le olive. «Mia moglie era rimasta a casa ad Ostra Vetere con l’altra bimba - racconta - e Florin aveva chiesto di venire. Non aveva mai visitato un frantoio e allora lo abbiamo portato. Mi ha sempre tenuto per mano, non si è mai allontanato. C’erano i trattori e altri macchinari, poteva essere pericoloso e lui mi è stato sempre accanto».


Terminata la visita, i quattro si sono seduti su una panchina a pochi metri da quel pozzetto, di cui ignoravano l’esistenza. Era già buio. A illuminarli soltanto la luce che usciva dal locale dove era in corso la macinatura. Poi intorno alle 18.30 la tragedia. «Eravamo sulla panchina - prosegue il padre - Florin era seduto di fianco a me. A un tratto si è alzato, ha fatto appena due passi poi ho sentito un tonfo e un urlo. Non riuscivo a capire. Lui non c’era più e non si vedeva nulla intorno. Mi ha chiamato due volte: babbo, babbo, aiuto. Poi non l’ho sentito più». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico