Animali trovati malnutriti e in mezzo alla sporcizia: condannati gli ex gestori di un canile di Corinaldo

Animali trovati malnutriti e in mezzo alla sporcizia: condannati gli ex gestori di un canile
CORINALDO -  Cani lasciati a loro stessi, fatti vivere in mezzo agli escrementi e malnutriti. Sono le accuse rivolte dalla procura agli ex gestori di un canile di Corinaldo,...

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CORINALDO -  Cani lasciati a loro stessi, fatti vivere in mezzo agli escrementi e malnutriti. Sono le accuse rivolte dalla procura agli ex gestori di un canile di Corinaldo, finito sotto sequestro nell’autunno 2012 al termine di un’indagine del Nucleo vigilanza zoofila di Ancona. Coloro che dovevano occuparsi della gestione degli animali (una sessantina, molti provenienti dal circondario senigalliese), sono finiti a processo con l’accusa di tentata truffa e uccisione di animali. 



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Per questi reati, entrambi sono stati condannati dal giudice Francesca Grassi a nove mesi di reclusione, pena sospesa. Dovranno anche risarcire la parti civili: Legambiente, rappresentata dall’avvocato Tommaso Rossi, e Associazione Amici Animali onlus, sostenuta dal legale Giacomo Curzi. Alla prima andranno 2 mila euro, alla seconda 5. Gli imputati, difesi dall’avvocato Loris Montesi Casagrande, hanno sempre respinto le accuse mosse dalla procura. A processo c’era finito anche un veterinario Asur, a cui veniva contestato di non aver visitato in maniera adeguata un cane e prescritto le cure necessarie, portando così all’aggravamento delle sue condizioni di salute, fino al sopraggiungere della morte. Il professionista è stato assolto.


Durante le udienze hanno sfilato diversi testimoni. Tra questi, i volontari dalla onlus parte civile che frequentavano il canile. «I box dove venivano tenuti i cani erano in condizioni pessime e c’erano escrementi ovunque. Gli animali erano pieni di zecche e se si ammalavano non venivano curati», aveva detto un testimone. Un altro volontario: «C’era una grande confusione quando entravo nel canile. Non trovano né acqua, né cibo nei pressi dei box». Ai gestori veniva contestata anche la tentata truffa per aver simulato l’adozione di un cane da parte di una loro parente per ottenere dal comune un contributo di 500 euro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico