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ANCONA - Finisce a Roma il caso della chiesa di Santa Maria di Portonovo ancora chiusa, sul tavolo del Sottosegretario Vittorio Sgarbi. Dopo la notizia dell’impasse, a Primavera ormai inoltrata, del gioiello architettonico che impreziosisce la baia, antcipata dal Corriere Adriatico, sono in tanti quelli che stanno cercando di trovare una soluzione per evitare un danno d’immagine culturale e turistica di Portonovo, e di Ancona.
Il nodo
La Soprintendenza ha visto andare deserto il bando per la gestione delle aperture, dopo averla assegnata negli ultimi 5 anni ad Italia Nostra. Fioccano le proposte e gli interventi per scongiurare quello che operatori della baia ed il buon senso paventano, anche alla luce delle tante persone che sono arrivate a Portonovo nell’ultimo mese per ammirare la chiesa millenaria.
Il patto
Stesso ragionamento espresso da Riccardo Picciafuoco, vice presidente del Parco del Conero. La chiesa di Portonovo – dice- è un elemento fondamentale delle risorse storico ambientali all’interno del Parco. Per questo va garantita la pubblica fruibilità. Come? Realizzando, nell’immediato, un accordo con il Comune di Ancona, evitando le lungaggini di un nuovo bando, e nel medio periodo sondando la disponibilità di alcune associazioni». Anche il Consigliere regionale della Lega Mirco Bilò sta cercando di favorire una soluzione che sblocchi la vicenda.
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Corriere Adriatico