Portonovo, il caso della chiesetta chiusa finisce a Roma. Sgarbi: «Adesso ci penso io»

Portonovo, il caso della chiesetta chiusa finisce a Roma. Sgarbi: «Adesso ci penso io»
Portonovo, il caso della chiesetta chiusa finisce a Roma. Sgarbi: «Adesso ci penso io»
di Roberto Senigalliesi
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Giovedì 4 Maggio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:15

ANCONA - Finisce a Roma il caso della chiesa di Santa Maria di Portonovo ancora chiusa, sul tavolo del Sottosegretario Vittorio Sgarbi. Dopo la notizia dell’impasse, a Primavera ormai inoltrata, del gioiello architettonico che impreziosisce la baia, antcipata dal Corriere Adriatico, sono in tanti quelli che stanno cercando di trovare una soluzione per evitare un danno d’immagine culturale e turistica di Portonovo, e di Ancona. 

 
Il nodo 


La Soprintendenza ha visto andare deserto il bando per la gestione delle aperture, dopo averla assegnata negli ultimi 5 anni ad Italia Nostra.

Fioccano le proposte e gli interventi per scongiurare quello che operatori della baia ed il buon senso paventano, anche alla luce delle tante persone che sono arrivate a Portonovo nell’ultimo mese per ammirare la chiesa millenaria. A cominciare dal Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che conosce bene la chiesa ed il Conero per averlo frequentato per qualche anno. Tanto che è stato anche insignito del titolo di ambasciatore, ed è intervenuto per una analoga situazione. «Indubbiamente – rimarca - non è possibile, proprio ora che i turisti ed i visitatori ritornano numerosi dopo la stop per la pandemia, tenere chiuso un bene così importante solo perché non si trova un gestore che si occupi delle aperture. Farò di tutto per cercare di risolvere il problema. Sentirò la Soprintendenza ed alcune associazioni che possano colmare una lacuna che va ad incidere sulla pubblica fruizione dei nostri beni architettonici. Di cui la chiesa romanica di Portonovo è un emblema importante e significativo». Soluzioni vengono prospettate da più parti. L’assessore Ida Simonella rilancia una proposta che il Comune di Ancona aveva fatto anche in occasione dell’evento “Portonovo in fiore” dei primi di aprile, tramite l’assessore alla Cultura. Quella di un accordo fra Comune e Soprintendenzaper tenere aperta la chiesa, affidandone la gestione a personale comunale od a quello dei musei civici, in modo tale da poter riaprire la chiesa in poco tempo garantendone la visibilità ai tanti visitatori. 


Il patto 


Stesso ragionamento espresso da Riccardo Picciafuoco, vice presidente del Parco del Conero. La chiesa di Portonovo – dice- è un elemento fondamentale delle risorse storico ambientali all’interno del Parco. Per questo va garantita la pubblica fruibilità. Come? Realizzando, nell’immediato, un accordo con il Comune di Ancona, evitando le lungaggini di un nuovo bando, e nel medio periodo sondando la disponibilità di alcune associazioni». Anche il Consigliere regionale della Lega Mirco Bilò sta cercando di favorire una soluzione che sblocchi la vicenda. 

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