Manifattura: dipendenti al lavoro per un mese poi la turnazione

Manifattura: dipendenti al lavoro per un mese poi la turnazione
CHIARAVALLE - Sarà un Natale aperto alla speranza quello degli 80 dipendenti della manifattura tabacchi di Chiaravalle. Da ieri mattina alle 10,30 tutti sono tornati al...

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CHIARAVALLE - Sarà un Natale aperto alla speranza quello degli 80 dipendenti della manifattura tabacchi di Chiaravalle. Da ieri mattina alle 10,30 tutti sono tornati al lavoro in regime di esercizio provvisorio e così sarà fino al 28 febbraio 2018. Nel primo mese lavoreranno tutti poi nei due mesi successivi probabilmente ruoteranno a turnazione. Ma le nubi sulla manifattura tabacchi non si sono diradate. Per non scomparire definitivamente, l’azienda ha di fronte due strade: o il tribunale fallimentare accetta il ricorso dell’amministratore unico Claudio Passaretti oppure devono subentrare nuovi acquirenti. 


«L’autorizzazione dell’esercizio provvisorio - dice Giorgio Catacchio della Cgil - è una notizia che rasserena i lavoratori ma i problemi rimangono tutti, dalla retribuzione di novembre e dicembre alla tredicesima, per ogni intervento occorre chiedere l’autorizzazione al giudice delegato. I lavoratori saranno occupati tutti ma solo per coprire le richieste del mercato italiano».

Il consigliere regionale Gianluca Busilacchi (Mdp) ha chiesto alla giunta regionale di assumere iniziative con un’interrogazione rivolta all’assessore all’industria, Manuela Bora. «Chiudere la manifattura tabacchi di Chiaravalle - sostiene Busilacchi - rappresenterebbe un gravissimo danno non solo per comunità chiaravallese ma per tutte le Marche». I commissari giudiziari avevano già evidenziato rilievi di inammissibilità del concordato quali la mancata documentazione di uscite di cassa contanti per oltre 20 mila euro ed una attività di prelievi definita anomala. 

«Va considerato, però - dice Busilacchi - che l’amministratore unico della manifattura, Claudio Passaretti, ha rilasciato dichiarazioni circa l’esistenza di contratti da firmare per oltre 20 milioni di euro e che il tribunale ne era a conoscenza. La chiusura della manifattura colpirebbe tutto il territorio marchigiano e la sua economia: ecco perché c’è il bisogno urgente che vengano messe in campo iniziative dal governo regionale» . Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico