Cerreto d'Esi, svuota i conti, gioca e vince il Jackpot, poi fuga in Madagascar

Cerreto d'Esi, svuota i conti, gioca e vince il Jackpot, poi fuga in Madagascar
CERRETO D’ESI - Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, aveva messo mano ai conti dei clienti per prelevare i soldi e utilizzarli per tentare la fortuna al...

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CERRETO D’ESI - Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, aveva messo mano ai conti dei clienti per prelevare i soldi e utilizzarli per tentare la fortuna al Superenalotto. Poi, una volta centrato il jackpot per ben due volte, si era licenziata per stabilirsi in una località esotica: il Madagascar. In totale, sempre secondo i calcoli della procura, avrebbe indebitamente gestito circa un milione e 300 mila euro tra il 2008 e il 2014, beffando almeno cinque correntisti.

Si è concluso con una condanna il processo con rito abbreviato che vedeva imputata l’ex direttrice delle Poste di Cerreto d’Esi per truffa, appropriazione indebita e autoriciclaggio. Per l’ex dirigente, 57enne difesa dall’avvocato Giacomo Curzi, è stata stabilita una pena di quattro anni e quattro mesi di reclusione.
  
Una condanna superiore rispetto ai quattro anni chiesti dalla pubblica accusa, rappresentata in udienza dal pm Paolo Gubinelli. La società Poste Italiane era parte civile per il danno d’immagine che avrebbe causato l’ex direttrice attraverso il legale Sergio Galassi. Il gup Francesca De Palma ha stabilito per l’azienda un risarcimento di 5 mila euro. Stando ai riscontri effettuati dalla Guardia di Finanza, sono almeno cinque i correntisti finiti nella rete della 57enne nei sei anni presi in considerazione dal quadro probatorio. Sono tutte persone anziane o di mezza età, residenti nel Fabrianese. A una sola vittima, sostiene l’accusa, l’imputata aveva sottratto in totale 900 mila euro. Le maggiori operazioni, fatte all’oscuro dei clienti e dei colleghi dell’ufficio, sarebbero state compiute a partire dal 2014. Per mesi avrebbe manipolato i conti correnti, intervenendo direttamente sul prelievo delle somme, sia acquisendo in prima persona il rimborso di alcuni buoni fruttiferi. Tutto questo, contesta il pm, avvalendosi anche delle credenziali d’accesso dei suoi subordinati. Ma a cosa sarebbero servite queste operazioni giudicate illecite dalla procura? Dall’iter investigativo delle fiamme gialle è emersa la sete di gioco dell’imputata. Un vizio che l’avrebbe spinta a tradire gli operatori della filiale e tutti coloro che avevano affidato i loro risparmi all’ufficio di Cerreto d’Esi. Gli investigatori hanno ipotizzato come la donna in alcuni periodi sia arrivata ad investire qualcosa come 20 mila euro al mese al Superenalotto. Sono state due le mega vincite che l’avrebbero spinta a rassegnare formalmente le dimissioni il 31 dicembre 2014.
 

Una parte del jackpot sarebbe servita per progettare la fuga verso il Madagascar e aprire – secondo quanto risulta alle fiamme gialle – un piccolo resort. Un’altra, dice la difesa, per rimborsare i clienti a cui aveva manomesso il conto corrente. A far partire le indagini, rese difficoltose anche per fuga dell’ex direttrice nell’isola africana, era stato il tabaccaio di fiducia a cui la donna si rivolgeva per tentare la sorte del gioco d’azzardo. L’uomo si era rivolto agli investigatori perché aveva lamentato un ammanco di circa 76 mila euro. Secondo l’accusa, la somma sarebbe quella anticipata dal commerciante all’imputata per permetterle le puntate e mai ritornata indietro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico