Cerreto d'Esi, ancora 29 sfollati a un mese dall’alluvione. L'allarme del primo cittadino

Cerreto d'Esi, ancora 29 sfollati a un mese dall’alluvione. L'allarme del primo cittadino
CERRETO D’ESI -  Sono 29 gli sfollati, a un mese dall’alluvione, che ha messo in ginocchio anche Cerreto d’Esi. Nel comune a confine tra le province di...

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CERRETO D’ESI -  Sono 29 gli sfollati, a un mese dallalluvione, che ha messo in ginocchio anche Cerreto d’Esi. Nel comune a confine tra le province di Ancona e Macerata, infatti, tarda il ritorno alla normalità. A lanciare l’allarme è il sindaco, David Grillini.

 

 «La situazione è problematica e delicata. Stiamo gestendo con non poche difficoltà i 29 sfollati poiché, essendo il nostro Comune nel cratere sismico, presenta problemi abitativi che stanno rallentando la sistemazione di queste famiglie. Al momento – dichiara il primo cittadino - stiamo utilizzando strutture alberghiere locali che non hanno una disponibilità continua, per cui tutto diventa complicato». 
Parliamo di residenti la cui quotidianità è stata stravolta e che auspicano di rientrare nelle proprie case. Intanto dopo l’ondata di maltempo si è provveduto alla ripulitura di gran parte dei corsi d’acqua e dei fossi affinché non si corra il rischio di esondazioni anche con piogge di media intensità, poiché alvei ostruiti diventano vulnerabili.

«Il lavoro è continuo e dispendioso da ogni punto di vista, contiamo nel pronto aiuto della Regione» evidenzia Grillini. La situazione delle strade periferiche è difficile, alcune sono gravemente danneggiate. Sono già stati fatti i sopralluoghi dai tecnici incaricati di Anas. Ci sono criticità dovute a smottamenti, frane, colate di fango.
«Siamo riusciti a liberare gli accessi per fare in modo che gli abitanti siano in grado di fruire della casa, in alcuni punti gli interventi da compiere sono strutturali. Siamo in contatto con i vertici regionali – prosegue - per avere delucidazioni sul modus operandi».

Il sindaco Grillini ringrazia per quanto fatto «dalla Protezione civile, dalla Caritas sempre presente, dai gestori delle strutture ricettive e da tutti gli sfollati che stanno vivendo una situazione complicata, ma che stanno reagendo con dignità e sobrietà». Poi si appella alle istituzioni: «Non vogliamo essere dimenticati dalle strutture sovracomunali: da questa emergenza si uscirà solo collaborando fattivamente tutti insieme».

 

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Corriere Adriatico