Cellulari vietati dentro l’oratorio «Meglio giocare fuori al freddo»

Cellulari vietati dentro l’oratorio «Meglio giocare fuori al freddo»
SENIGALLIA - Ragazzini di 12 anni schiavi del cellulare. Preferiscono giocare al freddo che privarsene per qualche ora. È accaduto domenica pomeriggio alla Cesanella. Don...

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SENIGALLIA - Ragazzini di 12 anni schiavi del cellulare. Preferiscono giocare al freddo che privarsene per qualche ora. È accaduto domenica pomeriggio alla Cesanella. Don Mario Camborata, il parroco, ha lanciato una provocazione che ha avuto l’effetto di un esperimento sociale. Disarmante il risultato. Nel tardo pomeriggio di domenica, mentre fuori era davvero freddo, un gruppo di ragazzini che frequentano le scuole medie, ha chiesto al sacerdote se potevano giocare in oratorio. 


 

La risposta di don Mario è stata naturalmente affermativa. Vedendoli però sempre presi dai telefoni, ha avanzato una richiesta. In cuor suo era certo che nessuno l’avrebbe ascoltato. Ha posto una condizione. Sarebbero potuti rimanere a patto che non utilizzassero i cellulari in quella stanza. I ragazzini, età media 12 anni, presi alla sprovvista dalla richiesta del parroco, che probabilmente non si aspettavano, sono entrati. Sembrava quasi volessero ascoltarlo.

Tempo pochi minuti, e sono tornati fuori. Staccarsi dal telefono era impossibile. Come se don Il sacerdote, incuriosito, è tornato a controllare. Magari sperava di trovare tutti i telefoni spenti o in modalità silenziosa sopra un tavolo e i ragazzini intenti a giocare insieme. Più di tanto però non ci sperava nemmeno lui. Di fatti una volta andato a controllare l’oratorio era vuoto. C’è da dire che i giovani parrocchiani avrebbero potuto trasgredire, restando nel locale con i loro telefoni, invece almeno sono stati leali e, consapevoli di non poterlo accontentare, se ne sono andati.

Un’esperienza che don Mario ha voluto condividere sul suo profilo Facebook. Lui è molto vicino ai giovani, promuove tante iniziative per coinvolgerli, ed è un prete social. Con il suo post è come se avesse voluto lanciare un grido d’aiuto alla comunità, invitandola a riflettere. «Un’ora fa 10 ragazzi e ragazze delle scuole medie mi chiedono: “Don Mario possiamo stare in oratorio, fuori fa freddo” – ha scritto - “si certo, unica regola: in questa stanza non si può usare il cellulare. Si può parlare, giocare, scherzare, no cellulare” e li lascio. Dopo 10 minuti la stanza è vuota». La gente ha iniziato ad interrogarsi su cosa stia accadendo, su come si possa essere così dipendenti dai dispositivi di nuova generazione che alimentato rapporti virtuali a scapito di quelli umani. Molti genitori si sono incolpati per questo. Se i ragazzini non si staccano dal telefono è pur vero che ciò accade anche per la maggior parte degli adulti, da cui prendono esempio. 


«La mia è stata solo una piccola provocazione – spiega don Mario – per pensare e riflettere da educatore. Non mi illudevo che potesse bastare una regola imposta per creare in loro un cambiamento. Non pretendevo insomma che la seguissero però penso e spero che questo episodio mi permetta di poter fare qualcosa, aprire una riflessione». La provocazione ha avuto gli effetti di un esperimento sociale. Era certo il parroco della Cesanella che i giovanissimi studenti non lo avrebbero ascoltato. Intanto però gli adulti l’hanno fatto. Il suo post ha scatenato un dibattito sul web. Ha portato gli adulti ad interrogarsi e chissà che tra loro non ci siano anche i genitori dei minori dipendenti dagli smartphone. Insomma la riflessione è in corso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico