Cassa in scadenza e e sei mensilità arretrate: dipendenti di Jp in apnea

Cassa in scadenza e e sei mensilità arretrate: dipendenti di Jp in apnea
FABRIANO -  Riprende l’attività nelle grandi aziende metal meccaniche del Fabrianese. Ieri mattina, sono tornati in fabbrica gli operai della Faber, della...

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FABRIANO -  Riprende l’attività nelle grandi aziende metal meccaniche del Fabrianese. Ieri mattina, sono tornati in fabbrica gli operai della Faber, della Whirlpool e dell’Elica di Cerreto d’Esi, venerdì termineranno le ferie anche per i lavoratori di altri gruppi industriali, quali l’Ariston Thermo Group (siti produttivi di Cerreto d’Esi, Pianello di Genga e Albacina). Restano irrisolti alcuni nodi, fra cui quello di Jp Industries, per la quale è stato richiesto il concordato in bianco. Preoccupata la Fiom, secondo la quale «non solo è indispensabile individuare prima possibile le forme di sostegno da mettere in campo (la cassa scadrà a fine anno, ma deve ancora essere avviato il periodo relativo al concordato in bianco), coinvolgendo i ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, ma è anche necessario istituire un tavolo di crisi regionale permanente, in cui la vertenza Jp Industries e l’intero comparto dell’elettrodomestico costituiscano uno dei focus principali, vista la valenza sociale, industriale e politica che rappresentano». Non è certo un’estate rose e fiori per le maestranze della Jp.


«Per i dipendenti – sottolineano il segretario provinciale della Fiom Pierpaolo Pullini e il segretario generale Tiziano Beldomenico – niente ferie sotto l’ombrellone, ma il dramma di una crisi infinita e la speranza di una ripresa sognata. Con sei mensilità arretrate bloccate dal concordato, la scadenza degli ammortizzatori sociali conservativi a fine anno e l’incognita di un futuro sempre più incerto, la situazione dei lavoratori di Jp Industries è davvero precaria. Occorre monitorare costantemente le operazioni della proprietà, pretendendo il rispetto degli impegni presi il 4 luglio, quando venne assicurata la presentazione di un piano che possa salvaguardare l’occupazione nei suoi massimi livelli e garantire il totale adempimento della situazione debitoria». Di qui, «la necessità – aggiungono i sindacati – di prevedere, fin dai primi di settembre, un incontro per verificare che le promesse vengano mantenute, a partire dalla produzione».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico