Uccide un lupo con una trappola, anziano a processo: grazie a una donazione al Wwf patteggia la pena

Il processo è stato celebrato nel tribunale dorico
ARCEVIA - Sei mesi, pena sospesa, 300 euro di multa e una donazione a favore del Wwf, grazie alla quale ha potuto ottenere le attenuanti. È la senrtenza patteggiata ieri...

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ARCEVIA - Sei mesi, pena sospesa, 300 euro di multa e una donazione a favore del Wwf, grazie alla quale ha potuto ottenere le attenuanti. È la senrtenza patteggiata ieri dal gup Alberto Pallucchini per un 79enne di Arcevia, accusato di furto aggravato e uccisione di animali. I fatti sono stati accertati dai carabinieri forestali lo scorso gennaio, dopo il rinvenimento della carcassa di un lupo a margine dell’Arceviese, poco distante dal locale cimitero.

 


L’animale, stando a quanto accertato nel corso delle indagini, avrebbe trovato la morte dopo essere rimasto intrappolato in un laccio formato da una catena e da un cavo d’acciaio. La trappola aveva stretto il lupo al collo: il decesso era sopraggiunto tra atroci sofferenze, dopo alcune ore. Dal rinvenimento dell’animale selvatico, dotato di radiocollare per monitorare a livello scientifico gli spostamenti della specie sul territorio e nominato “Drago”, erano partiti gli accertamenti dei forestali.

I carabinieri erano così arrivati a casa del 79enne, trovando altri arnesi che – stando alle accuse – avrebbero potuto creare trappole simili a quelle che avevano causato la morte del lupo, specie protetta. Tutti gli oggetti illeciti erano stati sequestrati dagli investigatori. Inoltre, e qui c’è la contestazione del furto aggravato, nell’abitazione dell’uomo i forestali avevano rinvenuto circa tre chili di carne selvaggina. Dalla ricostruzione dei fatti, era emerso come le trappole fossero servite probabilmente per catturare i cinghiali e altre specie animali. 


Di fatto, per la procura, è come se il 79enne (privo di licenza di caccia) si fosse appropriato indebitamente degli animali in maniera incondizionata e con la predisposizione di trappole artigianali non autorizzate. In udienza, l’uomo è stato difeso dall’avvocato Andrea Boria. Prima di finire a giudizio, ha anche fatto una donazione al Wwf Italia, come fosse un risarcimento per il danno inferto alla natura, fatto emerso nel corso dell’udienza per farne tenere conto al gup. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico