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ANCONA - La tregua è finita in via Scrima. Non c’è più pace per i residenti da quando gruppi di sbandati e ubriaconi sono tornati a frequentare la zona. Bevono, schiamazzano, talvolta vengono alle mani. E non esitano a minacciare di morte chi si permette di riprenderli e li invita ad andarsene da un’altra parte, com’è successo ad una donna, madre di due figli, già in passato finita nel mirino di questi malintenzionati: una volta le avevano tirato contro delle uova quando si era affacciata alla finestra, in piena notte, invocando silenzio.
«Qui non si vive più e adesso ho paura a tornare a casa la sera», si sfoga la signora, che comprensibilmente chiede l’anonimato.
«La responsabilità- spiega - è di un esercizio commerciale che da qualche mese vende alcolici fino a sera. Devono smetterla perché così favoriscono risse e caos. Un paio d’anni fa la situazione era migliorata, dopo che il questore aveva fatto chiudere due locali dove si radunavano questi sbandati. Adesso siamo punto e a capo: la gente ha ripreso a non uscire più di casa, non ci sentiamo al sicuro e al nuovo questore chiediamo di intervenire il prima possibile».
I residenti della zona hanno contattato l’avvocato Roberta Di Martino che in passato si era occupata del degrado e del problema sicurezza nel triangolo tra piazza Ugo Bassi, via Scrima e piazzale Loreto. La polizia e l’amministrazione comunale sono state informate dei fatti e ora si sta valutando la possibilità di procedere con un nuovo esposto per riportare la pace in quest’angolo tormentato del Piano dove si vede gente ubriacarsi a tutte le ore del giorno e della notte, come testimoniano le bottiglie di birra abbandonate ovunque, perfino sui davanzali delle abitazioni o sulle scalinate dell’ufficio della circoscrizione. Una decina di giorni fa in via Scrima era scoppiata una rissa in pieno giorno tra cittadini della Repubblica Dominicana per una lite condominiale: una donna era finita all’ospedale ed era spuntata pure una spranga, sequestrata dai carabinieri. Cinque le persone denunciate. E il degrado continua.
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Corriere Adriatico