Finti sms dalla banca, spariscono cinquantamila euro: 5 arresti

Finti sms dalla banca, spariscono cinquantamila euro: 5 arresti
ANCONA  -  Ci sono anche degli anconetani tra le vittime della truffa messa a segno da 5 persone, finite ai domiciliati per il reato di frode informatica. Gli arresti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA  -  Ci sono anche degli anconetani tra le vittime della truffa messa a segno da 5 persone, finite ai domiciliati per il reato di frode informatica. Gli arresti sono stati eseguiti nelle scorse ore dal personale del compartimento della Polizia postale di Perugia, su richiesta del gip del capoluogo umbro: in manette sono finite cinque persone, tra cui due originarie del Marocco e della Costa d’Avorio.

 

Il provvedimento è stato eseguito dalla Polposta di Perugia in collaborazione con i colleghi di Ancona, Milano, Napoli e Bologna. Secondo gli investigatori, utilizzavano sempre la stessa tecnica: carpivano informazioni riservate attraverso sms inviati al cellulare della vittima, dopo averla individuata e aver accertato che era titolare di un conto corrente.

Dietro al messaggio, che apparentemente proveniva dalla banca della persona presa di mira, in realtà si celavano i truffatori che la informavano di un accesso abusivo all’area personale dell’applicazione bancaria registrata sul suo smartphone. Pochi minuti dopo, un finto dipendente della banca telefonava alla vittima per comunicare che ignoti avevano installato un virus sul suo dispositivo e chiedeva di spegnerlo e riaccenderlo in modo da formattare il sistema. In realtà, in questo modo, secondo la procura di Perugia, i responsabili della truffa riuscivano ad installare sull’applicazione bancaria della vittima un file elettronico che rendeva possibile l’accesso al suo conto corrente. A quel punto, prelevavano denaro per farlo confluire su carte di debito, così da averne immediata disponibilità.

Le somme illegalmente sottratte ammonterebbero a circa 50mila euro. Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari sono stati recuperati e sottoposti a sequestro 16 mila euro, di cui 8mila in contanti, insieme a carte di credito e dispositivi informatici che saranno sottoposti ad analisi tecnica. 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico