Ancona, beffato un 90enne, spariti i risparmi che voleva investire: patteggia la consulente infedele

Ancona, beffato un 90enne, spariti i risparmi che voleva investire: patteggia la consulente infedele
ANCONA - Si era rivolto a una consulente del lavoro per poter investire i risparmi in dei libretti famiglia da aprire all’Inps. Così, fidandosi di lei, le avrebbe...

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ANCONA - Si era rivolto a una consulente del lavoro per poter investire i risparmi in dei libretti famiglia da aprire all’Inps. Così, fidandosi di lei, le avrebbe iniziato a girare dei bonifici. Ben quattro in una settimana. L’anziano, un 90enne anconetano, su era insospettito quando, chiedendo conto dei libretti, la donna aveva tergiversato. Stando alla procura, tutti i versamenti non sarebbero stati utilizzati per accantonare i risparmi dell’anziano, bensì sarebbero finiti nel conto corrente della consulente e mai utilizzati per le operazioni volute dal 90enne.

 


Le accuse

La donna, un’anconetana di 34 anni, ha patteggiato davanti al gup Alberto Pallucchini un anno e mezzo di reclusione, pena sospesa. Difesa dall’avvocato Paolo Zaccaria, doveva rispondere di truffa e falso materiale commesso in atti pubblici, poiché - stando alla procura - aveva falsificato una nota dell’Inps in merito alla procedura che, teoricamente, avrebbe dovuto portare all’apertura dei cosiddetti libretti famiglia. È di 3.125 euro il danno conteggiato dal 90enne. I fatti prendono in considerazione un lasso di tempo particolarmente ridotto: dal 18 al 25 gennaio 2022. È in questo periodo che, stando a quanto ricostruito dalla procura, l’anziano avevano inoltrato quattro bonifici alla consulente del lavoro. Non è chiaro come il 90enne possa essersi interfacciato con l’operatrice, probabilmente attraverso un patronato o un altro ufficiale sul quale la donna in quel momento si stava appoggiando. Fatto sta che per la procura, avrebbe imbastito una truffa ad hoc. Il 90enne avrebbe chiesto alla donna di poter aprire per suo conto dei libretti famiglia all’Inps. 

I versamenti

Il vecchino aveva così iniziato i versamenti, quattro in totale, da un minimo di 500 euro a un massimo di 1.550. Per la pubblica accusa, tutti i soldi sarebbero finiti nel conto corrente intestato alla consulente. La donna, per rendere più credibile l’operazione, avrebbe inoltre falsificato nei mesi successivi ai versamenti un documento che attestava l’andamento della pratica dei libretti. 

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Corriere Adriatico