ANCONA - Secondo l’accusa, tra il 2018 e il 2019 avrebbero trattato la compravendita di circa 130 auto, movimentando un giro d’affari del valore di mezzo milione e...
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Ieri il gup Paola Moscaroli ha rinviato il quintetto a giudizio. Il processo si aprirà il 26 marzo. Di fronte al giudice dovranno andare anche tre dipendenti di altrettante agenzie di pratiche auto. Per la procura, avrebbero favorito i passaggi di proprietà dei veicoli, falsificandone gli atti. Le vittime che si sono costituite parte civile sono una decina. Per le presunte truffe, i romeni (nel frattempo tutti scarcerati) si sarebbero avvalsi di annunci online appetibili, in cui venivano presentate vetture con un prezzo inferiore rispetto al reale valore di mercato. I veicoli venivano messi in mostra in due differenti autosaloni, dislocati tra via Di Vittorio e via Guido Rossa. Stando alle indagini, ci sarebbero state anche riduzioni di oltre 200mila chilometri, il triplo delle misurazioni originali. In questa maniera, veicoli dallo scarso valore commerciale sarebbero diventate delle auto dall’apparente motore immacolato. In alcuni casi – sostiene la procura – la vetture erano classificate come “unico proprietario”, quando in realtà erano state in possesso di diversi automobilisti.
Tra i casi presi in esame della procura c’è la compravendita di una Dacia Duster, acquistata per 8500 euro a fronte di un chilometraggio di circa 80mila chilometri. Diversi i conti degli investigatori: quell’auto aveva percorso almeno 224mila chilometri. Oppure, c’è il caso della vendita di una Madza 5 per 2.500 euro: all’attivo 278 mila chilometri, dimezzati nell’annuncio online. A novembre, sempre i carabinieri delle Brecce Bianche anche concluso un’altra operazione simile a quella che ha portato a processo i cinque romeni. In questo secondo filone sono indagati 4 romeni e un anconetano, considerato il meccanico a cui venivano consegnate le auto per taroccare il contachilometri Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico