Intelligenza artificiale e cure hi tech: così la Terapia intensiva di Torrette scrive il futuro

Intelligenza artificiale e cure hi tech: così la Terapia intensiva di Torrette scrive il futuro
ANCONA - Sono passati trent’anni, ma sembra un’era per quanti passi avanti sono stati compiuti nel campo delle cure e della ricerca. Era il 1992 quando veniva...

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ANCONA - Sono passati trent’anni, ma sembra un’era per quanti passi avanti sono stati compiuti nel campo delle cure e della ricerca. Era il 1992 quando veniva inaugurata la Terapia intensiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Torrette. Il traguardo è stato festeggiato ieri con un convegno presso la Facoltà di Medicina: un’occasione per celebrare e scandagliare il futuro, le nuove tecnologie e la frontiera dell’intelligenza artificiale. 

 

Il progresso 

Terapie attuali e future per curare lo choc settico, monitoraggio emodinamico e del microcircolo, trapianto di fegato nelle Marche: sono alcune delle tematiche affrontate durante l’evento, moderato dal prof. Mauro Silvestrini, preside della Facoltà di Medicina, e dalla prof.ssa Erica Adrario. L’excursus storico della Terapia intensiva, affidato al professor Paolo Pietropaoli, ex direttore della cattedra di Anestesia e Rianimazione di Torrette, ha introdotto il convegno che ha affrontato anche un capitolo sull’etica applicata alla terapia intensiva con il prof. Paolo Pelaia, presidente del Comitato Etico regionale. Focus del dibattito, l’intelligenza artificiale come strumento per migliorare il trattamento del paziente critici in terapia intensiva. Il prof. Abele Donati, primario della Clinica di Rianimazione, ha mostrato le ultime ricerche nel campo del microcircolo, «con particolare riguardo agli stati settici di cui il Covid è un’emanazione - spiega -. L’obiettivo è studiare future terapie di precisione sul singolo paziente, modulate in base alle sue caratteristiche e alle patologie in atto. La nostra clinica è all’avanguardia nel trattamento dei pazienti settici con problemi respiratori e politraumatizzati: Ancona può essere fiera di una realtà come la nostra». 

La pandemia

Anche perché il ruolo svolto dalla Clinica di Rianimazione nella pandemia è stato determinante. «Siamo stati un punto di riferimento nella cura dei pazienti Covid con grave insufficienza respiratoria - sottolinea Donati - e abbiamo trattato ben 60 persone con l’Ecmo, la tecnica di ossigenazione extracorporea, consentendo a molte di salvarsi». Oggi l’emergenza è alle spalle, ma fino a un certo punto. «Abbiamo 5 pazienti positivi con infezioni respiratorie, ma senza polmoniti severe. Tuttavia, occorre essere prudenti: la mascherina al chiuso dovrebbe essere l’ultima misura a sparire». Concorda la dott.ssa Elisabetta Cerutti, direttrice della Divisione di Rianimazione: «Siamo perplessi sull’allentamento delle misure di protezione perché i contagi sono ancora numerosi - spiega -. Speriamo che il virus ci lasci liberi perché alcune attività, come quella chirurgica, sono state fortemente penalizzate dalla pandemia».

 

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Corriere Adriatico