ANCONA - Sono passati trent’anni, ma sembra un’era per quanti passi avanti sono stati compiuti nel campo delle cure e della ricerca. Era il 1992 quando veniva inaugurata la Terapia intensiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Torrette. Il traguardo è stato festeggiato ieri con un convegno presso la Facoltà di Medicina: un’occasione per celebrare e scandagliare il futuro, le nuove tecnologie e la frontiera dell’intelligenza artificiale.
Il progresso
Terapie attuali e future per curare lo choc settico, monitoraggio emodinamico e del microcircolo, trapianto di fegato nelle Marche: sono alcune delle tematiche affrontate durante l’evento, moderato dal prof.
La pandemia
Anche perché il ruolo svolto dalla Clinica di Rianimazione nella pandemia è stato determinante. «Siamo stati un punto di riferimento nella cura dei pazienti Covid con grave insufficienza respiratoria - sottolinea Donati - e abbiamo trattato ben 60 persone con l’Ecmo, la tecnica di ossigenazione extracorporea, consentendo a molte di salvarsi». Oggi l’emergenza è alle spalle, ma fino a un certo punto. «Abbiamo 5 pazienti positivi con infezioni respiratorie, ma senza polmoniti severe. Tuttavia, occorre essere prudenti: la mascherina al chiuso dovrebbe essere l’ultima misura a sparire». Concorda la dott.ssa Elisabetta Cerutti, direttrice della Divisione di Rianimazione: «Siamo perplessi sull’allentamento delle misure di protezione perché i contagi sono ancora numerosi - spiega -. Speriamo che il virus ci lasci liberi perché alcune attività, come quella chirurgica, sono state fortemente penalizzate dalla pandemia».
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