Tamponi veloci a scuola? «Bene, evitiamo lo stop». Ma ci sono anche i dubbiosi: «Solo se sono affidabili»

Tamponi veloci a scuola? «Bene, evitiamo lo stop». Ma ci sono anche i dubbiosi: «Solo se sono affidabili»
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ANCONA  - Diagnosi in quindici minuti con i tamponi veloci. La circolare ministeriale che sdogana il test rapido per le scuole mette la pulce nell’orecchio di presidi e insegnanti. Ma la percentuale di falso-positivi e falso-negativi frena gli entusiasmi.


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Così i dirigenti scolastici si dividono tra possibilisti e scettici. Chi li vuole e chi no. L’uso dei test rapidi antigenici potrebbe evitare la quarantena per intere classi nell’eventualità di casi sospetti. Infatti un responso negativo rilasciato nel giro di 15 minuti permetterebbe il prosieguo delle lezioni senza dover attivare la procedura di quarantena per studenti e insegnanti. «Ci attiveremo per farne richiesta – afferma Francesco Maria Orsolini, preside del Liceo Artistico Mannucci – ci sembra una misura adeguata per monitorare ulteriormente la situazione».

Di tutt’altra opinione, invece, la dirigente scolastica dell’Istituto Podesti Calzecchi Onesti: «Non è nelle nostre priorità – dice la professoressa Laura Castellana – vorrei prima capire se il test può essere svolto su base volontaria oppure no. Per ora non ne vedo la necessità». In effetti il tampone veloce, seppure valutato affidabile, mantiene un margine di errore che non permette di avere un responso attendibile al cento percento. E, sempre secondo i primi test effettuati, è stato appurato che riesce a rilevare con più efficacia le cariche virali molto alte. Dunque si gioca tutto sul filo dell’attendibilità, che non è cosa da poco. 


Intanto tutti gli istituti scolastici mantengono alta l’allerta. «Abbiamo fatto eseguire il tampone a due studentesse che manifestavano sintomi influenzali – prosegue Laura Castellana – e per fortuna sono risultati negativi. Al momento il nostro istituto sta svolgendo regolarmente le proprie funzioni, ma la cautela non è mai troppa». Infatti il timore che si sviluppino nuovi focolai non è tanto tra i banchi di scuola, ma al di fuori delle attività didattiche. La preoccupazione degli insegnanti è che i ragazzi possano abbassare la guardia una volta fuori dalla scuola, quando ci si incontra tra amici e inevitabilmente si tende a non fare più attenzione alle piccole forme di difesa come il distanziamento o l’utilizzo delle mascherine. «Ci atteniamo in tutto e per tutto alle disposizioni che ci sono arrivate dal Ministero e dal governo – rassicura Orsolini – la nostra scuola è sicura. Il livello di controllo è alto, ma poter avere qualche strumento in più, come i tamponi veloci, mi sembra sicuramente utile». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico