ANCONA - Dal carcere alla sbarra senza passare per l’udienza preliminare. È stato chiesto e ottenuto dalla procura il giudizio immediato per Isaac Adejoju Adetifa, il...
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Stando alle indagini, la ragazza sarebbe stata stuprata sempre dopo aver assunto stupefacenti. L’udienza davanti al collegio penale è stata fissata per il 4 aprile.
Il nigeriano, assistito dall’avvocato Giovanni Sabbatini, ha deciso di non procedere con riti alternativi, forte della versione difensiva. Secondo quanto sostenuto sempre davanti agli inquirenti, non ci sarebbe mai stata alcuna violenza sessuale. Piuttosto, tra lui e la ragazza c’era una relazione d’amore e tutti i rapporti sarebbero stati consensuali. Diverso il racconto della vittima che, in aula, verrà sostenuta dall’avvocato Mirco Piersanti.
La 23enne, arrestata recentemente per estorsione e finita agli arresti domiciliari assieme al suo fidanzato, ha ripetuto la sua versione nell’ambito di un incidente probatorio che si è tenuto lo scorso gennaio di fronte al gip Sonia Piermartini e al pm Valentina Bavai, titolare dell’indagine. La ragazza ha confermato quanto detto in prima battuta, e cioè di aver iniziato a frequentare via Pergolesi a fine estate per comprare eroina. Il suo pusher sarebbe stato il 32enne. E lui, quando lei assumeva droga, ne avrebbe approfittato. Per la vittima sarebbe stato impossibile opporre resistenza perché soffocata dagli effetti dell’eroina. In un primo momento, il blitz della polizia in via Pergolesi era stato eseguito per motivi di droga. Il nigeriano era finito in arresto per spaccio perché trovato in possesso di alcuni grammi di marijuana e due boccette di metadone. In quell’occasione, gli agenti avevano notato la presenza della 23enne in una stanza dell’immobile, immerso nel degrado e senza acqua e luce. Era stata portata in questura per accertamenti e lì aveva raccontato la sua odissea. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico