Stalking, abusi e botte in casa: dieci richieste d’aiuto al mese. Ecco dove verranno aperti altri due centri antiviolenza

La presidente di “Donne e giustizia” Roberta Montenovo
ANCONA  - Due nuovi sportelli per aiutare le donne vittime di violenza e potenziare l’attività di sostegno. Apriranno, a partire dal prossimo mese, a Osimo e...

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ANCONA  - Due nuovi sportelli per aiutare le donne vittime di violenza e potenziare l’attività di sostegno. Apriranno, a partire dal prossimo mese, a Osimo e Montemarciano, sotto l’egida di Donne e Giustizia, l’associazione fondata nel 1984 che offre assistenza legale e psicologica alle vittime di qualsiasi tipo di violenza.

 

La sede centrale è in via Cialdini, coordinata dalla presidente, l’avvocato Roberta Montenovo. A Osimo, lo sportello sarà attivo dal 2 settembre in via Fonte Magna 53, non molto distante dall’ospedale cittadino. Le operatrici accoglieranno le vittime il primo e terzo giovedì di ogni mese dalle 10 alle 13. A Montemarciano, invece, la sede è stata allestita in vicolo Pergolini, a pochi passi dal municipio. 


Verrà inaugurata l’8 settembre e le donne potranno accedervi il secondo e il quarto mercoledì di ogni mese dalle 10 alle 13. I consulti potranno avvenire previo appuntamento (071205376 – 800032810). Stando ai dati raccolti dal Centro antiviolenza della provincia, ogni anno in media si rivolgono a Donne e Giustizia circa 130/140 persone nuove. Vittime di ogni tipo di violenza fisica o psicologica: maltrattamenti, abusi sessuali, stalking, lesioni personali. 


Le donne possono chiedere consulti legali, psicologici, o solamente un sostegno per portare alla luce una situazione di violenza pregressa, spesso maturata tra le mura domestiche. Non tutte, poi, arrivano a sporgere denuncia alle forze dell’ordine per iniziare un procedimento penale. Nel 2019 sono state 139 le vittime che hanno chiesto aiuto all’associazione. Nel 2020, anno segnato dalla pandemia, sono state 133. Durante il lockdown della Fase 1 sono stati 18 i nuovi casi trattati da Donne e Giustizia. Dopo un primo momento di silenzio e di riduzione delle chiamate d’aiuto, ad aprile dello scorso anno c’era stata una ripresa dell’attività dell’associazione, con molti casi esplosi a causa delle convivenze forzate con situazioni deteriorate e non più gestibili. Per quanto riguarda i primi otto mesi del 2021, sono state accolte dall’associazione 82 donne (a fine agosto 2019 erano 84, nel 2020 erano 96). «Offriamo accoglienza e ascolto – ha detto la presidente Montenovo - oltre a consulenza legale e psicologica. Provvediamo anche alla valutazione del rischio. 


Le donne chiedono informazioni e vedono di buon grado uno spazio per parlare della loro situazione, venendo ascoltate, credute e non giudicate. Questo dà loro la forza di valutare e decidere il da farsi, che può essere nulla o anche l’affrontare il percorso di uscita dalla violenza». Dall’inizio dell’anno, in Italia sono stati conteggiati 38 casi di femminicidio. L’ultimo, sei giorni fa, ad Aci Trezza, quando la 26enne Vanessa Zappalà è stata uccisa in strada a colpi di pistola dall’ex fidanzato, poi morto suicida. 

 

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Corriere Adriatico