ANCONA - L’ombra del bagarinaggio si allunga sulla spiaggia più gettonata del Conero. Con l’accesso contingentato dall’obbligo di prenotazione tramite...
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Interrogazione in Consiglio
Ieri, la sindaca Valeria Mancinelli, rispondendo in Consiglio comunale ad un’interrogazione di Francesco Rubini (capogruppo di Altra idea di città) proprio in merito alle diverse segnalazioni di un potenziale illecito da parte di bagnanti ed operatori, ha fatto sapere che «queste voci sono arrivate anche dalla polizia municipale, che «già da diversi giorni stava conducendo controlli ancora più mirati. In spiaggia – riporta la prima cittadina –, alcune persone, soprattutto non residenti, avevano dichiarato che era stato loro richiesto un pagamento e lo avevano fatto, ritenendosi così in regola».
La polizia locale ha registrato queste segnalazioni, «prendendo nomi e cognomi e, completato un primo giro di accertamenti, ha trasmesso il tutto alla Procura della Repubblica – spiega Mancinelli –: ora sono in corso indagini più specifiche. Sembrerebbe che la condotta illecita abbia riguardato una persona addetta ai controlli e, cautelativamente, dopo i primi riscontri, è stata sospesa dal servizio, su richiesta dell’amministrazione comunale alla ditta appaltatrice (la Marche Global Service, ndr). Come sempre, però – puntualizza il sindaco –, non si può fare di tutta l’erba un fascio. L’eventuale condotta illecita di una persona, andrà perseguita, senza però mettere genericamente all’indice tutti i ragazzi e le ragazze che hanno fatto quel lavoro quest’estate. Chi ha sbagliato va sanzionato come previsto».
«Una vicenda triste e disgustosa – il commento di Rubini – che al netto dei reati che saranno debitamente perseguiti dalle autorità, ci invita tutti a riflettere su una gestione della baia di Portonovo che sia il più possibile sostenibile, efficiente ed efficace. Perché il Covid-19 passerà, ma resta intatta la necessità di tutelare i nostri gioielli paesaggistici da soprusi legati ad una logica mercantilista che trasforma tutto in occasione di privatizzazione, profitto e clientelismo». L’app iBeach è operativa da giugno, così come il servizio di steward per controllare che l’accesso allo stradello sia permesso solo a chi ha la prenotazione, per evitare sovraffollamenti nelle spiagge libere. Ma qualcuno, stando ai primi riscontri, ha tentato di approfittare della situazione.
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Corriere Adriatico