In strada si tirano bottiglie, coppia di turisti lascia l'albergo: «In questa zona non ci sentiamo sicuri»

In strada si tirano bottiglie, coppia di turisti lascia l'albergo: «Non ci sentiamo sicuri»
ANCONA «Vogliamo controlli, sicurezza e il rispetto delle regole. Tra risse, schiamazzi, fiumi d’alcol e degrado non riusciamo più a lavorare. È capitato...

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ANCONA «Vogliamo controlli, sicurezza e il rispetto delle regole. Tra risse, schiamazzi, fiumi d’alcol e degrado non riusciamo più a lavorare. È capitato più volte di vedere i clienti fuggire dagli alberghi poco dopo essere arrivati». È il grido di aiuto e di allarme lanciato da Roberto Polverini, addetto alla sicurezza dell’Hotel Gino, e da Stefano Silvestrelli dell’Hotel Dorico, due strutture limitrofe che prendono corpo proprio davanti alla stazione dorica.


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Uno scenario di passaggio che, da un lato, movimenta il via vai della città e, dall’altra, rappresenta anche una cartolina per le persone che transitano per lo scalo ferroviario. L’immagine che viene fuori non è delle migliori a causa di quanto avviene, soprattutto nelle ore notturne, lungo un tratto della Flaminia. È emblematico quanto accaduto martedì sera.

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Il caso 
«Una coppia di signori appena arrivata in albergo - ha detto Polverini - ha fatto dietrofront, dicendo “purtroppo dobbiamo andare via, perché qui non ci sentiamo sicuri”». Ovviamente il “qui” non era riferito alla struttura ricettiva, quanto alla zona dove è collocata. In una parte del marciapiede che si apre sulla Flaminia si creerebbero quasi tutti i giorni «assembramenti senza mascherina, con persone che si ritrovano a bere birra, ad ascoltare musica e a provocare tafferugli». Come quello avvenuto martedì, attorno alle 22, quando nei pressi di un market sono arrivati i carabinieri, chiamati per l’ennesima volta proprio da Polverini. «C’erano persone - racconto gli esercenti dei due hotel - che si tiravano le bottiglie di vetro. Dopo queste scene, ripetute nel tempo, ci sentiamo abbandonati e lasciati a noi stessi. Se ci fosse la volontà di aiutare basterebbe poco. Quello che avviene è un danno per noi e per i residenti, costretti a passare in mezzo alla strada per non transitare su una parte del marciapiede dove si assembrano le persone, senza rispettare le norme anti Covid. C’è paura e anche i nostri clienti sono impauriti. Non è una bella pubblicità per noi e per la città».
Per segnalare il disagio è stata presentata una segnalazione in questura anche un paio di anni fa. E gli esercenti sono pronti a presentare un ulteriore documento. Un colpo d’occhio nel degrado è dato anche dal cantiere dell’ex Verrocchio. Un sito dove in passato sono dovute intervenire più volte le forze dell’ordine, per bivacchi, alloggi di fortuna e scene di microcriminalità. 

La pavimentazione 

«Vogliamo più controlli - conclude Polverini - per elevare il livello di sicurezza e far rispettare a tutti le regole, perché non è più possibile andare avanti». Dulcis in fundo, ci sarebbe anche da ridire sulla pavimentazione. Da tempo, poco distante dall’ingresso principale dell’Hotel Gino, è apparsa una buca sulla pavimentazione, causata dalla rottura di alcune mattonelle. La crepa è stata coperta temporaneamente con un birillo che, di tanto in tanto, viene spostato. Il risultato? Le persone inciampano o, peggio, ci cadono dentro con il rischio di farsi male.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico