Ancona, sfratto nella casa degli orrori: dentro rifiuti, miasmi e altri stranieri

Ancona, sfratto nella casa degli orrori: dentro rifiuti, miasmi e altri stranieri
ANCONA - Spalancare quella porta è stato come far luce su un mondo di degrado, sporcizia, miseria. L’appartamento era un tugurio. Dentro c’era di tutto....

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ANCONA - Spalancare quella porta è stato come far luce su un mondo di degrado, sporcizia, miseria. L’appartamento era un tugurio. Dentro c’era di tutto. Immondizia a terra, mozziconi di sigarette ovunque, una montagna di pentole col cibo incrostato, la puzza di fumo impregnata nelle tende, nei divani, in ogni suppellettile e un odore nauseabondo da far venire il voltastomaco.

Un vaso di Pandora pieno di lerciume e abbandono, quello che hanno scoperchiato i poliziotti, chiamati dall’avvocato nominato dal tribunale per un’esecuzione immobiliare. All’inizio il proprietario, un romeno di quarant’anni, non voleva aprire. Poi alla porta si è presentato uno sconosciuto, un uomo di colore, che a malapena parlava italiano. Con lui c’era un connazionale. Di fronte a quella scena, il legale non ci ha pensato due volte. Ha afferrato il cellulare e ha contattato il 113 per chiedere aiuto.
  
L’appartamento (pardon, la bettola) da horror si trova in via Berti. Una prima Volante è intervenuta attorno alle 10, una seconda poco dopo come rinforzo. In un primo momento, si sospettava che in casa fosse nascosta della droga e andava verificata la posizione dei due nordafricani, entrambi algerini, per capire che cosa ci facessero in casa, dal momento che non era stato comunicato nessun tipo di variazione contrattuale. L’ennesima abitazione-alveare, come ce ne sono tante al Piano? Spesso funziona così: uno paga l’affitto, altri inquilini-fantasma vivono nascosti nell’ombra, in modo del tutto irregolare. Ci sono indagini in corso. Secondo la polizia, i due nordafricani erano ospiti del padrone di casa, benché non sia chiaro che tipo di rapporto intercorresse tra loro. Di sicuro non erano di passaggio, visto che sono state rinvenute delle sacche piene di vestiti di loro proprietà.
Ma al momento non sono scattate denunce anche perché i due immigrati, accompagnati in questura per gli accertamenti, sono risultati in regola: hanno presentato una documentazione che attesta la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno e sono stati rilasciati. Dove andranno non si sa. Di sicuro non in quell’appartamento da incubo, oggetto di un’esecuzione forzata a seguito del pignoramento di cui si è occupato l’avvocato Fabrizio Scortechini dopo un anno di faticose trattative. Le serrature sono già state cambiate. Aveva concordato un appuntamento per ieri mattina con il proprietario, che vive in condizioni di indigenza dopo aver perso il lavoro un paio d’anni fa e ha accumulato un debito consistente perché non è più in grado di far fronte al mutuo bancario. Ad aprire la porta, dopo una certa insistenza, è stato uno dei nordafricani. Il romeno, invece, dormiva nel suo letto, nonostante fossero ormai le 10.
 

Di fronte a quel bazaar di sporcizia e degrado, il legale, per la sua incolumità e per far luce su un’eventuale occupazione abusiva dell’immobile, ha chiesto aiuto alla polizia. Gli agenti hanno dovuto indossare i guanti per districarsi in quel mare sudicio, fra avanzi di cibo in giro, immondizia, vestiti sparsi sul pavimento, cicche dappertutto. Uno scenario da terzo mondo, a due passi dalla stazione. Anche questa è Ancona, nel suo lato più squallido. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico