La sfida infinita dei teppisti che prendono di mira i luoghi simbolo. L’ultimo: il rione San Pietro

La sfida infinita dei teppisti che prendono di mira i luoghi simbolo. L’ultimo: il rione San Pietro
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ANCONA  - Più li ammoniscono, più si scatenano. Più li sanzionano, più loro insistono. I vandali non danno pace. Colpiscono ovunque. Teppisti senza freni e senza rispetto: sfregiano pure i luoghi simbolo. Dal Monumento ai Caduti - diventato ormai una lavagna per writers - a Palazzo degli Anziani, dove hanno sfasciato la pulsantiera dell’ascensore utilizzato ogni giorno dai turisti e riparato in tempo record dal Comune; dalle facciate dei siti istituzionali - vedere, per credere, com’è ridotto l’ingresso della Corte dei Conti o quello del Tribunale dei Minori - al rione San Pietro, maltrattato da orde di ragazzini senza controllo. Francamente, non se ne può più. E non è più possibile nemmeno appellarsi alle sole telecamere - utilissime, sì, ma evidentemente non sono un deterrente così efficace - per debellare un fenomeno, quello del vandalismo, divenuto una vera piaga cittadina. 

 


Quello che stupisce è la naturalezza del gesto con cui i baby vandali rovinano le cose di tutti. Basti pensare ai due dodicenni pizzicati al Passetto mentre disegnavano sgorbi sul Monumento. Questi giovani sembrano non rendersi conto neppure della gravità dei loro comportamenti. Lo dimostra la risposta data a questo giornale dalla minorenne che ha deciso di vergare il suo account Instagram su una colonna (appena ripitturata) dei portici di piazza Cavour: «Che cosa volete? Lo fanno tutti, sono giovane, mi diverto così», è stata la sua replica. 
Tra i quartieri più presi di mira c’è quello di San Pietro, dove i residenti sono stanchi e chiedono che si faccia qualcosa al più presto. 


L’ultimo episodio è avvenuto davanti all’istituto Pie Venerini, dove dei ragazzini hanno distrutto e mandato in frantumi una protezione in legno che circondava un muretto con degli scalini, anche quelli completamente devastati. La struttura è stata divelta a calci e le assi sono sparse un po’ ovunque a terra. A lanciare l’ennesimo allarme sono i residenti della zona che già a febbraio avevano espresso il loro disagio esponendo degli striscioni nel tunnel che da via Matteotti porta alla retrostante via San Pietro con scritto: «Via baby gang, no polizia, no sindaco, no controllo, no telecamere». O ancora: «Degrado Square» e «vicolo della dose».

Frasi emblematiche e un gesto dimostrativo che portò ad una reazione immediata e a maggiori controlli in quelle vie, soprattutto da parte di polizia e carabinieri. Oggi però quella che è diventata tristemente nota come «piazza pajola» (sigaretta in dialetto, per via dei mozziconi lasciati a terra e dei ragazzi che qui vengono a fumare) risulta, stando sempre a quanto riportato da chi abita qui, una zona avvolta ancora dal degrado. Lattine di birra sparse ovunque tra le aiuole, mozziconi e cartine, vetri e lerciume. I branchi di ragazzini, infatti, frequentano questa zona e vengono a bere, a sballarsi e a far bisboccia fino a tardi con buona pace di chi abita nelle casette ormai marchiate dagli scarabocchi e dall’incuria.

Addirittura c’è chi ha fotografato uno sbandato che collassa in pieno giorno sugli scalini con ancora lo zaino di scuola legato a una spalla. Dunque, a quanto pare, non bastano le lenzuola di protesta appese fuori dai balconi o i controlli più assidui delle forze dell’ordine. Le persone qui chiedono un cambio di passo radicale per debellare i gruppi di sbandati che passano il tempo a rompere e devastare beni pubblici, comprese le targhe che indicano i nomi delle vie: «I mesi passano - dice un residente - ma non cambia proprio nulla ed è rimasto tutto esattamente com’era prima. Non ci risultano essere state installate neppure le telecamere promesse». 

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Corriere Adriatico