Calci e pugni, manda 5 volte la fidanzata all'ospedale. L'inferno in casa: il barman viene condannato

Il tribunale di Ancona
ANCONA - Era stato accusato dall’ex fidanzata di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, reati per cui nell’estate del 2019 gli era stato notificato il divieto...

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ANCONA - Era stato accusato dall’ex fidanzata di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, reati per cui nell’estate del 2019 gli era stato notificato il divieto di avvicinamento alla vittima, misura nel frattempo caduta. Lei gli imputava soprusi continui, scenate di gelosia e violenze tra le mura domestiche, con tanto di cinque ingressi al pronto soccorso di Torrette nel giro di pochi mesi.

 

Ieri mattina, la fine del processo: l’imputato, un barman anconetano di 33 anni, è stato condannato a scontare sette mesi di reclusione, pena sospesa. La procura aveva chiesto una condanna a un anno e otto per entrambi i capi d’imputazione. 


Il giudice Carlo Cimini ha riconosciuto due episodi di lesioni personali (ne erano contestati cinque) e ha assolto l’imputato dal reato più grave, quello di maltrattamenti in famiglia. L’uomo era difeso dagli avvocati Cristina Bolognini ed Elena Martini. Lei, 25enne, era parte civile con il legale Vittoria Sassi. Imputato e vittima erano presenti alla lettura del dispositivo, arrivato nel giorno della Festa della Donna. I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 2018 e il 2019, ad Ancona. In un questo lasso di tempo, la coppia aveva intrapreso anche una convivenza a casa di lui. 


La donna, in sede di denuncia, aveva raccontato di ripetute violenze e soprusi, fatti sia di maltrattamenti psicologici che fisici: l’ex era solito colpirla con calci e pugni diretti al volto. All’ennesimo litigio, avvenuto in piazza del Papa nella primavera del 2019, l’imputato sarebbe anche arrivato a strapparle il cellulare di mano per poi gettarlo a terra. Nel corso della discussione, è emerso il quadro di un rapporto turbolento, fatto di litigi innescati da entrambe le parti. Non ci sarebbero stati secondo la difesa i presupposti per parlare di maltrattamenti: si sarebbe trattato di semplici discussioni, il più delle volte originate dalla volontà di lui di spronare la ex (con un passato da dipendenza da droghe) a trovare un lavoro. 

 

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Corriere Adriatico