ANCONA - Per mesi avrebbe picchiato e maltrattato la sua convivente tra le mura domestiche. Le botte, stando a quanto riscontrato dalla polizia, potevano scattare per niente: un...
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Sul 30enne è stato aperto un fascicolo d’indagine con una doppia ipotesi di reato: maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. L’inchiesta è iniziata un paio di mesi fa, quando la vittima si è presentata negli uffici della Questura. Spaventata, intimorita, ha raccontato l’inferno subito a partire dallo scorso inverno per mano del suo ex compagno con il quale lei divideva un appartamento in zona centro. Alle poliziotte della Sezione reati contro la persona e a sfondo sessuale, la 20enne ha raccontato di ripetute violenze e soprusi, fatti sia di maltrattamenti psicologici che fisici. Secondo quanto denunciato, l’ex era solito colpirla con calci e pugni diretti al volto. In un solo mese, sono stati registrati tre accessi al pronto soccorso della vittima a causa delle botte ricevute, con prognosi anche di 20 giorni. In un’occasione, l’indagato sarebbe arrivato a strapparle il cellulare di mano per poi gettarlo a terra e aggredire la ragazza. Gli investigatori, sotto il coordinamento della procura, hanno raccolto i referti medici, testimonianze e riscontri fotografici legati agli abusi fisici subiti negli ultimi mesi dalla 20enne. Il quadro probatorio collezionato ha permesso alla Mobile di richiedere con urgenza una misura cautelare nei confronti del 30enne. Detto, fatto. Il gip ha firmato un provvedimento che impone all’indagato di non avvicinarsi e cercare di contattare l’ex convivente. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico