ANCONA - L’irresistibile smania di un selfie da postare su Facebook costerà una denuncia per danneggiamento aggravato a un gruppo di adolescenti, tutti tra i 15 e i...
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Certo non sono stati così imprudenti da postare immagini del rogo o dei locali danneggiati, ma è bastata la loro presenza nei luoghi visitati dai vandali, documentata dai selfie, per insospettire gli investigatori della Sezione reati contro il patrimonio della Mobile. I riscontri sulle celle telefoniche agganciate dai loro telefonini hanno confermato che i sospettati - sei in tutto, ma la posizione di due potrebbe essere marginale - erano proprio a Portonovo in date e orari compatibili con i raid vandalici. Poi mettici qualche commento imprudente nelle chat dei ragazzi, intercettato dai poliziotti, e l’interrogatorio di un testimone che ha visto da vicino l’azione dei teppisti. I dettagli dell’indagine saranno illustrati oggi, ma da quello che s’intuisce già ora la Mobile avrebbe prove a sufficienza per chiudere l’indagine sui raid di Portonovo. I ragazzini sospettati, tutti italiani, maschi, di famiglie benestanti con una solida fama conquistata nel mondo delle professioni, non sono conosciuti certo come bulli o sbandati. Il filo conduttore è forse quello della noia e dell’assoluta mancanza di rispetto per i beni pubblici, che li ha portati persino ad appiccare un incendio che poteva propagarsi in pieno parco del Conero. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico