ANCONA - C’è chi sciopera. E chi non ha un attimo di respiro per accontentare tutti i clienti. Contraddizioni sociali, segno dei tempi che cambiano e della crisi che incombe....
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
All’Ikea, invece, il clima è tutt’altro che festoso. “Le domeniche non le svendiamo” e “i diritti non si smontano”, erano gli slogan che campeggiavano sui cartelli affissi all'ingresso di Ikea dove i dipendenti (circa 170) hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil contro la disdetta del contratto integrativo da parte dell'azienda. Oltre 60 co-workers sono rimasti in sit-in davanti al negozio - che ha aperto i battenti a ranghi ridottissimi - con bandiere, fischietti e volantini distribuiti ai clienti. I manifestanti hanno anche fatto un giro del negozio. “Lo sciopero non è per difendere privilegi - ha spiegato Joice Moscatelli, Filcams-Cgil - ma il salario dei lavoratori che viene messo a rischio dalle richieste dell'azienda di intervenire sulle maggiorazioni domenicali, che per i lavoratori Ikea rappresentano una parte fondamentale, e sul premio fisso determinato da 20 anni di contrattazione. Abbiamo proposto una trattativa aperta con l'azienda che però ha ostacolato la nostra disponibilità mettendo il veto della minaccia di disdetta del contratto integrativo che potrebbe diventare efficace a settembre”. I sindacati chiedono di “ritirare la disdetta” e una “trattativa aperta con il sindacato come ha fatto in 20 anni”. Altro elemento criticato dai sindacati è la politica dell'azienda di espansione in Italia: “La proliferazione di nuovi negozi - ha detto Marco Paglialunga, Fisascat-Cisl - mette in difficoltà quelli esistenti” per incassi e numero di addetti.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico