Ancona, sbarca dal traghetto con l'auto piena di gabbie con uccelli protetti

Ancona, sbarca dal traghetto con l'auto piena di gabbie con uccelli protetti
ANCONA – Aveva l’auto stipata di gabbie con oltre 200 uccelli, alcuni di specie protette: fermato e denunciato al porto, liberati tutti i colatili. ...

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ANCONA – Aveva l’auto stipata di gabbie con oltre 200 uccelli, alcuni di specie protette: fermato e denunciato al porto, liberati tutti i colatili.

La Guardia di Finanza di Ancona, in collaborazione con la locale Agenzia delle Dogane, ha rinvenuto e sequestrato nel porto 208 volatili, per lo più appartenenti a specie esotiche protette, la cui commercializzazione avrebbe consentito un illecito provento di circa ventimila euro.  L'operazione è scaturita da un controllo eseguito nei confronti di un cittadino italiano appena sbarcato con la propria autovettura da una motonave proveniente dalla Grecia. All'interno del mezzo erano stipati, in gabbie anguste di legno non idonee al trasporto, uccelli di varie specie, alcune delle quali protette dalla Convenzione di Berna, in condizioni di salute precarie. A giustificazione del trasporto, il conducente ha esibito soltanto un certificato, non valido per la legislazione italiana, rilasciato da un veterinario greco, nel quale peraltro era riportato un numero inferiore di volatili, appartenenti ad una sola specie «serinus serinus».  Durante la ricognizione dell'auto è stata anche rinvenuta attrezzatura idonea all'inanellamento di frodo, finalizzato a mascherare gli estremi di identificazione dell'allevatore, la provenienza, l'età e la dimensione dell'animale. Al termine degli accertamenti, cui ha preso parte anche personale veterinario dell'Asur Marche - area vista 2, competente a verificare lo stato di salute dei volatili, il conducente del mezzo è stato denunciato per il reato di maltrattamento di animali aggravato dal decesso di alcuni di essi nonché per detenzione di volatili tutelati da convenzioni internazionali. Successivamente i volatili sono stati rimessi in libertà nel loro ambiente naturale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico